Da un valore da 1 a 10, quanto è soddisfatto Valverde dell’inizio di stagione dell’Athletic? “Questa è una domanda che pongo sempre ai miei figli e mi rispondono sempre dieci, così non ci sono discussioni. Il mio team sta bene”, ha detto il tecnico gasteiztarra durante una conferenza stampa a Lezama, mostrando sia ironia che orgoglio.
I leoni stanno attraversando un buon momento, con sei partite consecutive senza sconfitte dall’inizio dell’attuale ciclo dopo la pausa di settembre. C’è la sensazione che la squadra bilbaina migliori di settimana in settimana, con risultati positivi e un buon gioco che viaggiano insieme.
“L’obiettivo della squadra è riconoscere progressivamente il proprio stile di gioco. Se ti identifichi in quel modo di giocare e i risultati arrivano, è tutto di guadagnato”, ha commentato Valverde. Nelle fasi iniziali ci sono stati “partite diverse” dove l’Athletic ha fatto “meglio” o “meno bene”, ma globalmente la squadra “sta performando bene”. Questo è confermato dalla quinta posizione in Liga e dai 4 punti su 6 in Europa. “La settimana in cui abbiamo raccolto tre vittorie è stata fondamentale per stabilizzarci, ora ci aspetta una sfida impegnativa e vogliamo continuare su questa strada”. I leoni scenderanno in campo domani contro il Girona, a sole 63 ore dalla conclusione della loro ultima gara europea contro l’AZ. Valverde ha sottolineato il cambiamento di mentalità necessario: “Sappiamo quanto sia difficile, dato che veniamo da una partita in cui ci siamo concentrati chiaramente sul nostro primo match di ritorno in Europa e ora dobbiamo nuovamente ricentrarci. Questa è la vera sfida in così poco tempo”. È probabile che le rotazioni continuino a Montilivi, data l’intensa programmazione. Questi cambiamenti non compromettono però il progetto di gioco dell’Athletic. “Quello che viene influenzato è il fatto che cambiano i giocatori”.
È distinto avere un giocatore che si muove maggiormente nello spazio rispetto a uno che predilige ricevere il pallone a piedi; oppure uno con abilità particolari rispetto a un altro; o chi è più efficace nell’intensità del pressing. Questi sono gli aspetti che variano, ma noi cerchiamo sempre di preservare la nostra identità, indipendentemente da chi scende in campo”, ha spiegato Txingurri.