La decisione riguardo alla mano di Llorente, giocatore del Betis, è chiara e non lascia spazio a incertezze

Il dibattito sulla massima sanzione nel derby di Siviglia tra il Sevilla e il Betis, disputato al Sánchez Pijuan e conclusosi con una vittoria di misura per la squadra di García Pimienta, continua a sollevarsi. L’episodio decisivo è scaturito da un colpo di testa di Agoumé che ha colpito il braccio di Llorente.

Subito dopo, il direttore di gara, l’arbitro internazionale Martínez Munuera, ha indicato il dischetto, ritenendo che la posizione del braccio del difensore bético fosse innaturale.

Questa azione è stata poi oggetto di revisione al VAR nella sala VOR a Las Rozas, sotto la supervisione di Valentín Pizarro.

Dopo circa un minuto di confronto con l’arbitro in campo, è stata confermata la decisione di Martínez Munuera. La procedura di revisione al VAR si attiva solo se si sospetta un errore da parte dell’arbitro stesso. Secondo fonti consultate dal MD, non ci sarebbero dubbi sulla correttezza della decisione, in linea con le normative vigenti della International Board e il protocollo arbitrale. La posizione innaturale del braccio di Llorente è al centro del regolamento, che recita: “Un giocatore che utilizza il braccio o la mano per occupare uno spazio maggiore, assumendo rischi, può interrompere un passaggio o un tiro avversario.” Queste situazioni includono: – Braccio o mano nettamente distaccati dal corpo. – Braccio o mano visibilmente al di sopra della spalla.

La formulazione attuale del regolamento chiarisce il motivo per cui Martínez Munuera non si è recato al monitor, contrariamente a quanto richiesto da Manuel Pellegrini al termine della partita. Dato che la norma è chiara e la revisione del VAR ha avvalorato la decisione dell’arbitro, non c’era motivo di consultare il monitor.

Queste circostanze si verificano quando l’arbitro del VAR ritiene che possa esserci un errore nella decisione presa dall’arbitro principale. Ci sono quattro casi specifici previsti dal protocollo: gol, rigore, espulsione e scambio di identità. Se entrambi concordano sull’interpretazione dell’azione, l’arbitro di campo non è obbligato a controllare il monitor per rivedere la situazione.

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