La vicenda dei tifosi del Valencia bloccati a Singapore

Mireia e Dani, due neosposi, si trovano ora in una situazione inaspettata: da un sogno di luna di miele tra Singapore e Bali, si ritrovano desiderosi di lasciare la città-stato asiatica. La loro avventura romantica è stata interrotta da un adesivo con la scritta ‘Lim Out’, affisso da Dani all’hotel Abelia, uno dei grattacieli di Peter Lim a Singapore.

Dani, un fervente oppositore di Lim nell’ambito del Valencia, aveva addobbato il suo matrimonio come il celebre stadio Mestalla e, dopo aver condiviso online immagini della bandiera ‘Lim Go Home’ in vari luoghi di Singapore, aveva scherzato sul fatto che lo cercassero a Bali, convinto che tali azioni non avrebbero avuto conseguenze rilevanti.

Ora, però, entrambi sono trattenuti a Singapore, senza passaporti e in attesa che le autorità concludano le indagini per eventuali accuse di reati in un paese dove affiggere un manifesto su una proprietà privata può comportare pene severe, fino a tre anni di carcere. Singapore, classificata al 129° posto in termini di libertà di stampa da Reporters sans Frontières, ha confiscato i passaporti della coppia, apparentemente a causa delle loro pubblicazioni sui social media, che mostravano Dani, un appassionato tifoso del Valencia, mentre attaccava l’adesivo su una delle molte proprietà di Lim. Dani si era preparato con attenzione per questo viaggio.

La settimana scorsa, è stata pubblicata un’immagine davanti al Marina Bay Sands con un cartello che recitava ‘Lim Go Home’, per evidenziare la situazione critica in cui si trova il Valencia, attualmente in zona retrocessione e senza partecipare a competizioni europee da cinque anni, un evento inconsueto nella storia del club. Non è stata l’unica foto condivisa da Dani su ‘X’, che ha postato altre immagini con il messaggio ‘Lim Go Home’ sullo sfondo dello skyline cittadino, manifestando un’eccessiva presenza del sentimento valencianista.

Mentre si preparava a partire per Bali, la sua prossima meta, due individui che non si sono identificati come agenti di polizia ma come sicurezza privata, si sono avvicinati alla coppia, impedendo loro di proseguire. Questi soggetti hanno usato intimidazioni, costringendoli a tornare in hotel, dove li attendevano alcuni agenti che hanno ritirato i loro passaporti e chiesto di rimanere a Singapore mentre veniva avviata un’indagine di cui non si conoscono ulteriori dettagli.

Questa situazione ha portato le istituzioni valenciane a intervenire, chiedendo calma. Il Valencia ha auspicato “un esito positivo e rapido” per la coppia, informando che sia il club che l’Ufficio de LaLiga sono in contatto con l’Ambasciata spagnola a Singapore. La sindaca di Valencia, María José Català, è stata la prima a parlare, dichiarando di aver contattato l’ambasciatrice spagnola a Singapore, che sta offrendo supporto alla coppia; nonostante il ritiro del passaporto, possono continuare a vivere normalmente nella città-stato. Anche la delegata del Governo nella Comunitat Valenciana, Pilar Bernabé, che era a conoscenza della situazione fin dal venerdì precedente, ha enfatizzato che la situazione legale è ancora in fase di definizione, poiché sono sotto indagine da parte della polizia, ma che il caso sarà chiarito nei prossimi giorni.

“La famiglia è informata su tutta la situazione e riceve assistenza consolare. Sono supportati in ogni fase del procedimento. Stiamo lavorando duramente affinché tutto si risolva al più presto possibile,” ha sottolineato Bernabé, che si è dedicata a questo caso negli ultimi cinque giorni.

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