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“Lecube, il calciatore di Hitler”: La storia del agente e ex calciatore del Celta, Atletico e Valencia

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La narrativa del calcio spagnolo è ricca di eventi affascinanti. Questo sport non si è mai sviluppato in un contesto isolato rispetto agli avvenimenti quotidiani della nazione o del mondo intero. In questo straordinario serbatoio di storie, il giornalista Oriol Jové di Rac1 ha deciso di immergersi per far luce sulle ombre che circondano la vita di Juan Emilio Gómez de Lecube.

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Calciatore, spia e figura chiave durante un periodo turbolento per la Spagna e l’Europa negli anni ’40, Lecube è il protagonista principale del libro ‘Lecube: Il calciatore di Hitler’, recentemente pubblicato dalla casa editrice Almuzara.

Juan Lecube, originario di Ribadeo e nato nel 1902, ha vestito le maglie di squadre come il Celta de Vigo, l’Atlético de Madrid e il Valencia negli anni Venti. Secondo le cronache e chi ha avuto il privilegio di vederlo giocare, era un’ala destra di incredibile velocità, tra le più rapide del suo tempo. Era solito coprirsi il capo con un fazzoletto, probabilmente per nascondere una precoce calvizie. Iniziò la sua carriera alla Real Sociedad e alla Gimnástica di Torrelavega, prima di trasferirsi al Celta de Vigo nella stagione 1927-28, dove contribuì alla vittoria nel Campionato Regionale galiziano.

Nel campionato successivo si unì all’Atlético de Madrid, rimanendo lì per due stagioni e segnando un gol in 24 partite di campionato. Si ritirò dal calcio giocato nel 1930, tuttavia, durante gli anni ’50 conseguì la qualifica di allenatore, guidando diverse squadre della Segunda División, come Lleida (51-52), Sant Andreu (52-53) e Condal (59-60), oltre ad allenare anche l’Hospitalet nella stagione 1961-62 di Terza Divisione.

Dopo la sua carriera nel calcio, Lecube divenne un agente segreto per la Germania nazista durante la Seconda Guerra Mondiale. Aveva una propensione per il nazionalsocialismo e mostrava ammirazione per Adolf Hitler, il che attirò l’attenzione della rete nazi sotto la guida del console tedesco a Barcellona, Fritz Ruggeberg. Nel 1941, venne arruolato dalla Abwehr, l’organismo di intelligence tedesco, iniziando la sua formazione a Madrid e Barcellona.

La sua missione consisteva nel monitorare e riferire a Berlino sui movimenti delle forze alleate che transitavano attraverso il Canale di Panama, ma non riuscì mai a portarla a compimento. Il 1° giugno 1942, salpò da Barcellona a bordo del vapore ‘Cabo de Buena Esperanza’ diretto in Venezuela; tuttavia, il vascello si fermò a Trinidad, dove fu arrestato dai servizi segreti britannici. Lecube trascorse due mesi in un campo di concentramento sull’isola, prima di essere trasferito in Inghilterra per un’interrogazione. Nonostante le prove contro di lui, Lecube negò sempre le accuse di spionaggio e qualsiasi legame con la Germania nazista, ma fu comunque detenuto a tempo indefinito nel centro di interrogatorio segreto noto come ‘Camp 020’.

Dopo la guerra, il governo di Franco ottenne la sua estradizione; fu rilasciato e deportato in Spagna, dove non parlò mai più del suo passato da spia. Lecube morì a Barcellona nel 1966, dopo aver mantenuto il silenzio per vent’anni riguardo alla sua storia. La sua vicenda rappresenta un chiaro esempio dell’intreccio tra calcio e attività di spionaggio durante il conflitto mondiale.

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