Íñigo Pérez, allenatore del Rayo Vallecano, ha definito come “inaspettata” la situazione della sua squadra, che si trova a un punto dai posti europei dopo aver battuto l’Alavés 1-0 sabato. Ha sottolineato che l’obiettivo del club è raggiungere i 40-43 punti necessari per garantirsi la permanenza in massima serie.
Il tecnico del club madrileno ha espresso orgoglio per l’impegno dei suoi giocatori, i quali sono riusciti a conquistare tre punti preziosi nonostante l’inferiorità numerica fin dal 21° minuto a causa dell’espulsione di Mumin. Tuttavia, ha inviato un messaggio di cautela ai suoi atleti e ai tifosi, affinché rimangano con i piedi per terra.
“Non sono favorevole a parlare di fortuna”
“Qualsiasi allenatore, in questo momento, considererebbe questa situazione come inaspettata, anche se è bello trovarsi qui. Abbiamo 16 punti e dobbiamo puntare ai 40-43. Sto già pensando alla Coppa, ma voglio che i ragazzi si godano il supporto dei tifosi. Non mi piace usare il termine fortuna. Posso dire che si tratta di abilità o di errori. È fondamentale alimentare la fiducia, ci saranno alti e bassi. L’Alavés non è stato lontano dal vincere oggi, e arrivava da quattro sconfitte. Dobbiamo mantenere la fiducia per raggiungere l’obiettivo”, ha dichiarato.
Pérez ha evidenziato che il Rayo “ha iniziato molto bene la partita”, mirava a dominarla e sperava che i giocatori dell’Alavés non uscissero dalla loro area. Ha ammesso che l’espulsione di Mumin è stata un “imprevisto”, per il quale ha solo parole di elogio per i suoi calciatori.
“Quando è accaduto l’episodio (l’espulsione di Mumin), non so se abbia colpito Toni Martínez. Dalla mia posizione non posso esaminare ogni dettaglio. Tuttavia, quando ha fischiato per fallo, pensai che avrebbe mostrato il cartellino rosso. Si può discutere se fosse l’ultimo uomo o se ci fosse copertura possibile, ma la mia percezione era che fosse rosso”, ha riconosciuto.
Interrogato sulla prestazione esemplare dei suoi atleti, ha smorzato l’entusiasmo, sottolineando l’importanza di rimanere modesti e di non proliferare su una bella partita.
“Non è una diminuzione del merito dell’Alavés, ma un riconoscimento al Rayo”.
“Quando ti trovi con un giocatore in meno, le strategie si diversificano. Personalmente, apprezzo molto l’approccio adottato: costringere l’avversario in superiorità numerica a gestire il pallone, senza errori nei passaggi e forzando l’attacco. Questo può portare a sbagli, e noi lo abbiamo sfruttato. Con un giocatore in meno, è fondamentale mantenersi a distanza dalla porta avversaria. Anche una squadra forte può crollare in quelle condizioni. Non è una diminuzione dell’Alavés, ma un merito del Rayo”.
Riguardo ai cambi che hanno modificato l’inerzia della partita nel finale, ha attestato che il successo del Rayo nel concludere la partita non è da attribuire solo a lui, ma anche ai cinque nuovi entrando in campo: “Fare delle sostituzioni porta sempre a un mare di incertezze. Alcuni giorni funzionano, altri meno. Con dieci giocatori, il merito va a chi entra. Hanno avuto un impatto notevole e ne abbiamo tratto vantaggio con il gol”.
Parlando di Gerard Gumbau, il giocatore il cui tiro ha causato l’autogol di Antonio Sivera, ha affermato che è “un vero piacere” avere un calciatore come il catalano nella sua rosa, illustrando il suo percorso di crescita: “All’inizio ha trovato delle difficoltà nel comprendere il sistema, ma nei mesi recenti ha migliorato notevolmente il suo allenamento. Sono particolarmente felice per lui, è una persona straordinaria e un ottimo giocatore. Si integra perfettamente con l’ambiente di Vallecas e con il club. Non posso dire che non sia il suo gol, per me è senza dubbio un gol di Gerard”.
Infine, si è espresso riguardo alla prossima sfida di Coppa del Re contro il Villamuriel, accennando a una possibile presenza di giocatori meno impiegati, ai quali vuole offrire opportunità considerate le poche chance ricevute fino ad ora.
Quando sono entrato nello spogliatoio, mi sono sentito triste e a disagio per coloro che non hanno partecipato. Si presenta una situazione insolita. Tutti sembrano felici, ma provi una certa malinconia. Al momento riesco a comprendere i loro sentimenti e mi piacerebbe che potessero scendere in campo. Trejo, De Tomás e gli altri che non hanno avuto l’opportunità lo meritano. Riguardo alla Coppa, sono entusiasta; chi non gioca nel weekend avrà la possibilità di mettersi in mostra e progredire nella competizione.