Dal momento in cui il presidente Aperribay, durante una conferenza stampa, parlò del “nuovo libro” nella storia della Real Sociedad, molti hanno quasi inavvertitamente chiuso un capitolo della storia del club, che aveva descritto gli ultimi cinque anni di successi e che aveva posizionato la squadra tra le élite.
Tuttavia, l’estate scorsa è stata diversa dalle precedenti. Cosa è successo affinché, all’improvviso, quando la stagione precedente sembrava procedere bene, si iniziasse a mettere in discussione la continuità della narrazione? Era necessario rinnovare il discorso, poiché quello precedente era ormai obsoleto. È vero che in quel periodo la Real ha perso due dei suoi giocatori più importanti in poche settimane: Le Normand e Merino hanno scelto di andare altrove, lasciando la squadra priva delle loro preziose performance del passato. Si è anche effettuato un bilancio della stagione conclusa e si è rilevato che la squadra mancava di un attaccante, o per lo meno, non ne trovava uno in modo consueto. Sono stati fatti sforzi per risolvere il problema, ma finora le soluzioni sembrano inadeguate. Due attaccanti della campagna precedente sono ancora nel roaster – uno è stato prestato altrove – poiché non è stato possibile trovare una soluzione per liberarli; e il loro sostituto è arrivato all’ultimo minuto del mercato, con scarsa esperienza e referenze discutibili. In sintesi: la squadra ha perso l’aggressività fornita dai giocatori partiti, e la questione del gol rimane una sfida irrisolta. I risultati non sono stati all’altezza come in passato; infatti, il dato più recente mostra che rispetto allo scorso anno la squadra ha sette punti in meno in questo momento, mentre l’irregolarità ha preso piede nel rendimento del gruppo.
È vero che il prologo di un libro non rappresenta l’opera completa, ma ciò che stiamo osservando, come anticipo di ciò che verrà, risulta piuttosto disorientante.
Un momento di riflessione I pensieri di Álex Remiro, ragionando pubblicamente dopo la sconfitta contro l’Osasuna, e utilizzando espressioni come crescita e resilienza mentale per analizzare l’accaduto… indicano che c’è chiaramente un problema. Remiro ha sottolineato aspetti riguardanti le modalità di difesa, sia nelle situazioni di strategia che durante le transizioni avversarie, due elementi in cui il gruppo ha storicamente mostrato grande solidità e che ora, invece, sembrano essere diventati il suo punto debole.
Le statistiche relative ai falli commessi dalla squadra nella scorsa stagione mettevano in luce l’ottimo lavoro dei ragazzi di Imanol in questo settore, rendendoli tra le formazioni più difficili da affrontare e quelle da cui era complicato ottenere risultati. Affrontare la Real in contropiede era un compito estremamente arduo per gli avversari. Oggi, tuttavia, la squadra appare molto più vulnerabile, portando a una maggiore presenza di pericoli nelle vicinanze della propria area. Spesso, le difficoltà nel calcio sono legate a fattori fisici, ma altre volte è la condizione mentale che influisce decisamente sulle performance dei giocatori. Un paio di sedute dal “psicologo” potrebbero essere utili.
Qualcosa doveva essere fatto La situazione è complicata; al momento, i tifosi dell’Ajax non potranno accedere ad Anoeta per la partita contro la Real. Il club olandese, come prevedibile, ha cercato aiuto dalle autorità calcistiche europee per proteggere i diritti dei propri sostenitori. La Real si stava preparando per una possibilità del genere dopo i disordini con l’Anderlecht. Di certo non si tratta della soluzione ideale, ma era necessaria un’azione.
Essere superiori, per necessità Questo è il momento della prima fase di coppa per la Real, che si scontra con un avversario di livello notevolmente inferiore, come spesso accade in queste prime fasi. Imanol schiererà una squadra che presenta molte novità rispetto al consueto, includendo calciatori con meno esperienza competitiva, ma la vittoria è un obbligo. Si può affrontare il Getafe, ad esempio, e si può dimostrare di essere superiori; invece, contro il Jove non si “può” soltanto dimostrare di essere migliori, “si deve” necessariamente essere migliori. Non c’è altra opzione.
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