“Bellingham è destinato a lasciare il segno nel calcio”. Così esprimeva Vinicius Jr riguardo al talentuoso giocatore inglese lo scorso ottobre, in un periodo in cui Jude aveva già realizzato 13 reti in tutte le competizioni. Attualmente, invece, non ha ancora segnato nemmeno un gol.
A 21 anni, la sua assenza è evidente per vari motivi, e la peggiore conseguenza è il confronto con il livello che aveva la scorsa stagione. Contrariamente a quanto si possa pensare, analizzando il suo heatmap, Bellingham occupa gli stessi spazi di prima. Tuttavia, la sua influenza è minore a causa del ruolo marginale che ricopre nell’attacco del Real Madrid, aggravato dalla presenza di Kylian Mbappé, che limita il suo gioco. L’effetto sorpresa dell’arrivo di Bellingham nella zona d’attacco come falso ‘9’ è svanito. Non riesce a trovare spazi, sia quando conduce il pallone che nei passaggi. Ha tirato in porta molto meno rispetto all’anno scorso. Dopo il Clasico contro il Barcellona (0-4), Ancelotti ha commentato il lavoro di Bellingham, dicendo che “siamo contenti del suo impegno in campo. Si sacrifica e lotta molto… Non ha segnato quanto l’anno passato, ma la vera sorpresa è stato il suo rendimento precedente”. Questo mette in chiaro le aspettative del tecnico italiano riguardo l’apporto di Bellingham al Real Madrid. Hanno investito più di 110 milioni di euro per avere un giocatore così? Il ruolo centrale che Bellingham avrebbe dovuto assumere nella sua seconda stagione al Bernabéu dovrebbe essere quello di creatore di gioco. Finora ha fornito solo tre assist, proprio come nello scorso anno. L’uscita di Kroos non è stata sfruttata da un Jude che, pur senza avere le stesse caratteristiche del tedesco, è atteso a dimostrare una qualità superiore per rendere di più in questo compito.
È vero che il contributo difensivo di Bellingham è aumentato, con più interventi rispetto alla scorsa stagione, ma ciò non compensa il suo calo in fase offensiva. Nonostante le affermazioni di Ancelotti, il ruolo di Jude nel gioco era di natura più offensiva che difensiva, nonostante venga spesso definito come un giocatore completo o un “tuttologo” come si dice oggi. Guardando al suo impatto all’interno della squadra, a questo punto della stagione dell’anno scorso si parlava del forte legame tra Bellingham e Vinicius. Si raccontava che si scambiavano messaggi e che scherzavano anche prima che l’inglese approdasse al Real Madrid. “Spero che la nostra connessione duri per molti anni”, aveva affermato il brasiliano. Un anno dopo, né Vinicius, né il club, né Ancelotti hanno fatto riferimento a lui in merito alla questione del non ricevimento del Pallone d’Oro da parte di Vini, mentre si è ricordato di Carvajal, che nella votazione si era piazzato dietro di lui (terzo e quarto posto, rispettivamente). Senza aver vinto l’Europeo, Jude è comunque arrivato in finale, molto di più rispetto a quanto fatto da Vinicius con il Brasile alla Copa América. Bellingham, però, non è presente, neanche a livello mediatico, e gran parte della responsabilità ricade sul ruolo assegnato da club, allenatore e compagni di squadra. In questo momento della stagione, Jude Bellingham perde in tutte le comparazioni, in particolare quella con la sua immagine nell’anno del debutto. È lontano dal suo picco formativo e la sua stella è oscurata da quelle di Vinicius, Mbappé, Carvajal e persino Courtois. Il Bellingham del 2023 sta sovrastando quello del 2024.
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