È evidente che lamentarsi non porta a nulla, ma non possiamo ignorare questa situazione illogica che affrontiamo ogni mese dal mese di agosto. Sebbene possa sembrare ripetitivo, non dobbiamo confondere la noia con l’assenza di reazione: non ha senso. In primo luogo, pensando ai lavoratori, non è accettabile sovraccaricarli con carichi di lavoro insostenibili, compromettere la loro salute e benessere.
È certo che ne risentono. In secondo luogo, ci sono le società sportive, i club, che fiaccano la propria forza lavoro consentendo che vengano utilizzati da avversari, mentre questi ultimi traggono profitto da tale situazione. Nessun settore o affare, nemmeno nel mondo del calcio moderno, definito chiaramente da Koldo Asúa come ‘pornofútbol’, dovrebbe tollerare una simile incongruenza. Infine, c’è il tifoso, il consumatore. È sconcertante che ogni tre settimane, quando finalmente il tifoso entra nel vivo di seguire la propria squadra del cuore, ecco che scatta un nuovo fermo per quindici giorni. In un contesto come il nostro, dove l’interesse per il calcio di club è decisamente predominante rispetto a quello delle nazionali, ci si ritrova con un calendario eccessivamente intasato di eventi sportivi. Tale situazione, come quella attuale, rende difficilissimo riorganizzare le partite già programmate. Chi ha le competenze necessarie dovrebbe prestare attenzione a questa problematica. Hanno il potere di introdurre un calendario più equilibrato, con un inizio e una fine che consentano di seguire il calcio di club in modo continuo, riservando spazio al calcio delle nazionali solo al termine della stagione, ad esempio a giugno.
“Erre que Erre” è un film iconico della commedia spagnola di un’epoca passata, con un Paco Martínez Soria che interpreta magnificamente il ruolo di un uomo testardo, determinato a combattere battaglie senza senso per difendere ciò che sente giusto. Tuttavia, oggi non parleremo di cinema, ma piuttosto della testardaggine del nostro prossimo avversario in campionato, il quale ci sta proponendo di modificare la data della partita. Le nostre prime due opposizioni non sono state sufficienti. Loro continuano imperterriti, come il Don Erre che Erre del film. Vagamente nello stile di Paco Martínez Soria. Se dovessero decidere di portare la questione in tribunale, possiamo aspettarci un altro ‘No’. È comprensibile la difesa dei nostri diritti da parte di Ibaigane. Non possiamo permettere che i problemi altrui, per opportunismo o qualsivoglia motivo, diventino anche i nostri. Ognuno deve seguire il proprio percorso e tutelare i propri interessi, esattamente come farebbero dall’altra parte in situazioni analoghe. È importante sottolineare che per alcuni ci sono vantaggi e per altri meno. Ma tra cugini, MAI. Se tutto procede regolarmente, ci vediamo tra sette giorni.
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