Witsel riapre le possibilità per tornare nella sua nazionale, mentre il suo futuro sembra orientarsi verso la separazione dall’Atlético

L’Atlético de Madrid dovrà affrontare diverse questioni legate a vari giocatori al termine della stagione. Ci riferiamo ai calciatori il cui contratto sta per scadere o che, a causa della loro età, potrebbero lasciare il club. Tra questi c’è Axel Witsel, che sta vivendo una stagione un po’ più altalenante rispetto alla precedente, con diverse performance variabili.

Non è più il difensore imprescindibile per Diego Pablo Simeone, ma ha comunque avuto un ruolo abbastanza ricorrente quando necessario. La sua partenza è stata difficile, soprattutto in quel match contro il Villarreal, dove ha contribuito agli gol degli avversari, ma successivamente ha dimostrato di essere uno dei migliori in difesa quando è stato chiamato in causa.

Finora ha collezionato 888 minuti in 13 incontri, di cui dieci da titolare, e ha ottenuto un assist. Il contratto di Axel Witsel scade a giugno 2025 e sembrerebbe che questa possa essere la sua ultima annata con i Colchoneros. A 35 anni, sogna di giocare in Major League Soccer e sembra che sia arrivato il momento giusto per intraprendere un’avventura che aveva già rimandato, complice il suo buon adattamento nella squadra attuale. Tuttavia, la sua posizione non è più così solida, in quanto ha perso visibilità. La strategia dell’Atlético è di ringiovanire la rosa e di ridurre i contratti elevati, tra cui quello del belga, arrivato a costo zero dal Borussia Dortmund nel 2022.

UN GRANDE EVENTO IN BELGIO
Sabato 16 novembre, nel quartiere di Angleur a Liegi, si è tenuta una cerimonia emozionante per l’apertura della dodicesima ‘Corte Rossa Belga’, alla quale ha presenziato proprio Axel Witsel. Il giocatore originario di Liegi, con i suoi 35 anni, ha inaugurato il primo campo di calcio urbano in Vallonia, situato nella zona sud-est della ‘Città Ardente’.

Il calciatore dell’Atlético de Madrid ha rilasciato dichiarazioni sorprendenti, manifestando la sua disponibilità a rappresentare nuovamente la sua nazionale. “Sono un Diablo Rosso per sempre. Anche se mi avvicino ai 36 anni a gennaio, ho già collezionato 132 presenze”, ha sottolineato. “Non ho mai annunciato il mio ritiro dalla nazionale. È l’allenatore a decidere chi convocare”, ha aggiunto il centrocampista. Riguardo alla sua esperienza nell’Eurocoppa, ha condiviso: “Ho avuto una sfortuna. Tornando in nazionale dopo un anno di inattività, ero entusiasta di dare il mio contributo, ma purtroppo mi sono infortunato e non ho potuto esprimermi al meglio. Avrei voluto che le cose andassero diversamente. Non mi sono sentito male per non essere stato convocato in occasione della Liga delle Nazioni, poiché ero a conoscenza della situazione già da settembre grazie a Tedesco, il quale mi aveva avvisato per evitare qualsiasi malinteso”.

Discutendo del ricambio generazionale nella sua squadra, ha affermato: “Stiamo attraversando un periodo difficile, ma il passaggio da una generazione all’altra è sempre complicato. Serve pazienza, e ne abbiamo. Sono processi rari nelle nazionali, a differenza dei club dove si allenano quotidianamente e l’assimilazione delle idee è molto più veloce. Questa nuova generazione ha delle potenzialità. Non dimenticare che quando ho iniziato nel 2008 la situazione era diversa. Non bastano uno o due anni per raggiungere il vertice, ma più di sei”.

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