La conferma da parte della FIFA, prevista per mercoledì, riguardo alle città che ospiteranno i Mondiali del 2030 e del 2034 sembra ormai scontata. In particolare, la candidatura congiunta di Marocco, Spagna e Portogallo è destinata a ricevere l’assegnazione per il primo torneo, mentre il secondo sarà assegnato all’Arabia Saudita.
Le decisioni riguardanti l’assegnazione dei diritti di hosting per entrambi gli eventi saranno votate durante un Congresso FIFA che si svolgerà in forma virtuale. Tuttavia, non ci sono dubbi sui risultati, dato che non ci sono avversari per nessuna delle due proposte.
Il torneo del 2030 segnerà il centenario della prima Coppa del Mondo disputata in Uruguay, e per questo motivo sarà concesso al paese sudamericano di ospitare una partita, insieme ad Argentina e Paraguay. Questo approccio rappresenta una proposta straordinaria e senza precedenti, coinvolgendo tre diverse confederazioni continentali.
FIFA aveva già annunciato più di un anno fa che la proposta congiunta di Marocco, Spagna e Portogallo era l’unica in lizza per il 2030, poiché tutte le altre candidature erano state scartate. Un tentativo di candidatura unita delle nazioni britanniche e irlandesi è stato abbandonato per concentrarsi sull’organizzazione di Euro 2028, mentre erano emerse ipotesi di proposte da parte di Corea del Sud, Cina, Giappone e Corea del Nord.
Nel 2019, quattro nazioni sudamericane avevano lanciato una proposta congiunta, convinte che il Mondiale centenario dovesse svolgersi interamente sul continente dove era iniziato tutto. Alla fine del 2022, l’UEFA aveva promosso una candidatura che univa Spagna e Portogallo all’Ucraina, devastata dalla guerra, come segno di “solidarietà” dopo l’invasione russa.
Tuttavia, l’Ucraina è stata silenziosamente esclusa da questa candidatura l’anno scorso, mentre il Marocco si è unito ai vicini iberici, e l’America del Sud ha accettato di ritirarsi in cambio dell’assegnazione di tre partite, una per ciascuna nazione: Uruguay, Paraguay e Argentina.
Il Marocco ha in programma di costruire stadi di grande importanza. Dopo queste “celebrazioni centenarie” durante il relativamente freddo inverno dell’emisfero australe, le sei squadre coinvolte, insieme ai loro tifosi, dovranno attraversare l’Oceano Atlantico per partecipare agli altri 101 match del torneo.
Questo evento monumentale culminerà nella finale del 21 luglio, e resta da vedere dove si giocherà tale partita. La Spagna, che aveva già ospitato il Mondiale del 1982, sarà al centro dell’attenzione, vantando 11 dei 20 stadi proposti.
Il Marocco, che ha tentato senza successo in cinque occasioni precedenti di ospitare il torneo, diventerà la seconda nazione africana a organizzare questa competizione, dopo il Sudafrica nel 2010.
Le sedi principali per la finale potrebbero includere il Santiago Bernabeu di Madrid e il ristrutturato Camp Nou di Barcellona, oltre allo stadio Hassan II, in costruzione tra Casablanca e Rabat, che promette di essere “il più grande stadio al mondo” con una capienza di 115.000 posti.
Il Portogallo, che ha ospitato il Campionato Europeo nel 2004, metterà a disposizione due impianti a Lisbona e uno a Porto, aspirando a organizzare una semifinale.
Per quanto riguarda il 2034, la FIFA ha applicato il suo principio di rotazione continentale, accettando pertanto proposte solo dall’Asia o dall’Oceania. Il Mondiale 2026, il primo con 48 squadre, si svolgerà in Nord America. In modo controverso, l’organismo ha concesso ai potenziali candidati meno di un mese l’anno scorso per presentare le loro offerte, portando Australia e Indonesia a ritirarsi rapidamente.
Di conseguenza, l’Arabia Saudita è rimasta l’unica aspirante, creando le condizioni per il ritorno della Coppa del Mondo nella regione del Golfo dopo l’assegnazione a Qatar nel 2022. Il principe ereditario Mohammed bin Salman ha utilizzato lo sport per accumulare potere e migliorare l’immagine internazionale del regno.
Ottenere l’organizzazione del Mondiale 2034 rappresenterebbe un traguardo significativo, nonostante la mancanza di stadi, poiché attualmente il paese dispone solo di due impianti con una capienza di 40.000 posti, mentre ne servirebbero 14.
Senza contare le sfide logistiche, le elevate temperature estive nell’emisfero settentrionale potrebbero costringere a posticipare il torneo, come accaduto nel 2022. Inoltre, il Ramadan, previsto per dicembre di quell’anno, aggiungerebbe ulteriore complessità alla situazione.
In aggiunta, l’assegnazione della Copa del Mondo all’Arabia Saudita riaccenderà il dibattito sui diritti umani, come già accaduto nel 2022. Le organizzazioni per i diritti evidenziano le esecuzioni di massa e le accuse di tortura, oltre alle restrizioni imposte sulle donne dal sistema di tutela maschile del paese conservatore. Anche la libertà di espressione è gravemente limitata.
L’Arabia Saudita, che ospita eventi di grande rilievo come la Formula Uno e le Finali WTA, è spesso criticata per il cosiddetto “sportswashing”, ovvero l’uso dello sport per distogliere l’attenzione dal suo record in materia di diritti umani.