Sei nazioni accoglieranno la Coppa del Mondo nel 2030, mentre l’Arabia Saudita si aggiudica il torneo del 2034

Il FIFA ha assegnato l’organizzazione della Coppa del Mondo maschile del 2030 a un insieme di sei nazioni provenienti da tre continenti. È stato confermato che l’Arabia Saudita ospiterà l’edizione del 2034. Il voto per entrambe le competizioni si è svolto in una riunione virtuale mercoledì, ma il risultato era già scontato poiché non c’erano concorrenti per le proposte.

La Coppa del Mondo del 2030 sarà guidata da Marocco, Portogallo e Spagna, con partite anche in Argentina, Paraguay e Uruguay, in onore del centenario del primo torneo, che si tenne in Uruguay. Ucraina è stata considerata per un’offerta con Portogallo e Spagna, ma questa possibilità è svanita rapidamente.

Un’offerta congiunta di Regno Unito e Irlanda è stata accantonata per consentire ai paesi di concentrarsi sull’organizzazione di Euro 2028. L’assegnazione della Coppa del Mondo 2030 su tre continenti escludeva le nazioni africane, europee e sudamericane dalla possibilità di ospitare nel 2034. Il Nord America era già escluso, poiché il torneo si svolgerà nel 2026 in Canada, Messico e Stati Uniti. La candidatura dell’Arabia Saudita ha guadagnato supporto quando Australia e Indonesia hanno rinunciato a co-organizzare, dopo che il FIFA ha dato solo un mese per presentare le proposte per il 2034. L’Arabia Saudita ha rafforzato le sue relazioni con il FIFA sotto la presidenza di Gianni Infantino. Il paese ha ospitato la Coppa del Mondo per Club nel 2023 e il FIFA ha un accordo di sponsorizzazione molto proficuo con Aramco, l’azienda petrolifera di proprietà statale. Ci sono notevoli sfide logistiche da affrontare per realizzare l’evento in Arabia Saudita, che attualmente dispone solo di due stadi con almeno 40.000 posti. Secondo l’Agence-France Presse, ne servono quattordici per ospitare il torneo nel 2034. Inoltre, le temperature estive torride, simili a quelle del Qatar nel 2022, potrebbero costringere a spostare il torneo nei mesi invernali. Poiché Ramadan cadrà a dicembre di quell’anno, la competizione potrebbe essere programmata per gennaio. Come nel caso del Qatar, l’Arabia Saudita è accusata di “sportwashing”, cercando di migliorare la propria immagine attraverso eventi di grande rilevanza. Gruppi per i diritti umani hanno evidenziato problemi come le esecuzioni, la repressione delle donne, il divieto delle relazioni omosessuali e la negazione della libertà di espressione all’interno del regime autoritario.

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