Il FC Barcelona ha faticato enormemente negli ultimi incontri della Liga, totalizzando soltanto 5 punti su 18 disponibili. Questo significativo calo ha messo a repentaglio la sua posizione di leadership nel campionato. Le ragioni di questo momento difficoltoso possono essere molteplici, includendo fattori psicologici, fisici e le dinamiche di gioco, sia proprie che degli avversari.
Ironia della sorte, alcune di queste cause erano state evidenziate positivamente fino all’arrivo di quello che l’allenatore Hansi Flick ha definito il “novembre disastroso”, periodo in cui i risultati hanno cominciato a risentire negativamente a partire dalla sconfitta contro la Real Sociedad (1-0).
Nella partita più recente, contro il Leganés a Montjuïc, si è ulteriormente evidenziata l’involuzione della squadra, con una sconfitta per 0-1. Curiosamente, il Barcellona ha registrato il massimo possesso palla della sua gestione con un 80%, ma ciò non è bastato per segnare contro una squadra che lotta per evitare la retrocessione.
Triunfi chiave con possesso limitato o perso
In realtà, la squadra allenata da Flick si è fatta notare più per il danno inflitto agli avversari che per le statistiche sul possesso palla. Infatti, le vittorie più significative della stagione sono state ottenute con una percentuale di possesso piuttosto risicata: il 4-0 contro il Real Madrid è avvenuto con il 59% di possesso, il 4-1 a Girona con il 56% e, addirittura, nella Champions League, il 4-1 inflitto al Bayern è successo con appena il 39% di possesso. Solo a Monaco, in un match particolare a causa dell’espulsione di Eric Garcia al decimo minuto, la squadra ha subito sia una sconfitta nel punteggio (2-1) che nel possesso (44%). Al contrario, i risultati deludenti sono arrivati con una alta percentuale di possesso: il 4-2 contro l’Osasuna si è verificato con il 75% di possesso per il Barça, il 1-0 contro la Real con il 70%, il 1-2 contro Las Palmas con il 71% e il 0-1 contro il Leganés con l’80%. Questo controllo del pallone ha prodotto statisticamente solo 4 tiri verso la porta. Il Barça, come un déjà vu dimenticato con Flick, ha ripetuto incessantemente un attacco che, con il tempo, ha perso freschezza, diventando monotono come il movimento di un tergicristallo, con palloni lanciati sugli esterni, pochi cross pericolosi e una totale mancanza di tiri da lunga distanza per scardinare le solide difese a cinque del Leganés.
Negli ultimi incontri, il Barcellona ha mostrato una significativa diminuzione della capacità di far cadere gli avversari in fuorigioco, un aspetto che ha contraddistinto il gioco della squadra guidata da Flick. Nel match contro il Leganés, è stata registrata solo una posizione di offside, e nel precedente incontro contro il Betis non ci sono stati fuorigioco, con l’esito finale che si è concluso in pareggio (2-2). Questi dati si distaccano notevolmente dai 12 fuorigioco causati dal Real Madrid nel Clásico, dove il Barcellona ha subito una pesante sconfitta per 0-4, così come dai 11 fuorigioco dell’Alavés (0-3) o del Mallorca (1-5), che rappresentano invece un’eccezione positiva in un periodo difficile. Gli avversari, ora, riescono a eludere questa strategia, avanzando dalla seconda linea.
Pedri ha parlato di come la motivazione influisca sul rendimento della squadra. Il giovane centrocampista, ancora provato dalla sconfitta contro il Leganés, ha dichiarato: “Nella Liga dobbiamo mettere quel 5% in più che stiamo mostrando in Champions”. Infatti, dopo la sconfitta all’esordio nella fase a gironi della Champions, il Barcellona ha dominato nelle partite europee, conquistando successi netti: 4-1 contro il Bayern, 5-0 contro i Young Boys, 2-5 contro l’Estrella Rossa, 3-0 contro il Brest e 2-3 a Dortmund contro il Borussia. In particolare, il Borussia ha subito ben sei fuorigioco, evidenziando la concentrazione difensiva del Barça durante quella sfida.
Ferran, in un momento di forma eccellente, non trova spazio in una formazione che ha subito un solo cambiamento. Il tema delle rotazioni resta aperto a discussione. È possibile che questo aiuti a spiegare come la formazione che si era imposta in Dortmund (2-3) sia scesa in campo domenica con un atteggiamento piuttosto rilassato contro un Leganés che non aveva ancora colto una vittoria in trasferta. Nei primi quattro minuti della partita, l’avversario ha creato un’opportunità molto chiara, neutralizzata da un intervento spettacolare di Iñaki Peña, e ha segnato con un colpo di testa facile di Sergio González su un corner. Dall’altra parte, il Barcellona ha avuto otto calci d’angolo che non hanno portato risultati. Nell’undici titolare visto a Dortmund, solo Pau Cubarsí è stato sostituito da Eric Garcia, mantenendo invariati gli altri. Considerando la meritocrazia, sarebbe stato logico vedere Ferran Torres come titolare, soprattutto dopo aver realizzato quattro gol contro Mallorca, Betis e Borussia. Contro il Leganés, sorprende che, sul punteggio di 0-1 e con trenta minuti ancora da giocare, il sostituito sia stato proprio il capocannoniere Robert Lewandowski, nonostante avesse sbagliato due occasioni clamorose. Forse sarebbe stato il momento giusto per optare per un gioco più diretto, aggregando Ferran in area.
La peggiore maniera di negare la ‘laminedependencia’
Inoltre, tentare di smentire la ‘lamine dipendenza’ non sembra essere stata una decisione saggia mantenere il giovane in campo dopo un brutto intervento ricevuto da Yamal sul suo ankle destro, che lo ha tenuto fermo recentemente. Anche nel primo tempo, il giocatore ha richiesto un cambio, che è avvenuto solo al minuto 75. Nonostante il suo talento, Lamine ha solo 17 anni. È essenziale proteggerlo e permettere ad altri di competere contro il Leganés.
Nessuna rimonta dalla scorsa estate
Il Barcellona ha avuto delle difficoltà anche nei cambi di direzione durante le partite, quest’anno: delle sette partite iniziate con un gol subito, ha vinto solo due, entrambe ad agosto, a Valencia e Vallecas. Non sono riusciti a ribaltare il punteggio contro Osasuna, Monaco, Real Sociedad, Las Palmas e Leganés.
Un altro rigore trascurato
Infine, sebbene la vittoria contro il Leganés sembri una “scusa” che Flick ha cercato di evitare da quando è arrivato, il tema dell’arbitraggio è ancora aperto al dibattito. L’ex arbitro César Muñiz Fernández, in TVE, ha dichiarato di non comprendere come il VAR non abbia avvertito l’arbitro Alejandro Quintero González dopo il fallo di Javi Fernández su Raphinha in area “pepinera”, definendolo “rigore, perché nel calcio si gioca con i piedi, non con le mani”. Il problema si aggravato, considerando i rigori non assegnati su Pau Cubarsí e Pau Víctor nella partita tra Barça e Las Palmas, oltre all’espulsione eccessiva di Flick nel match Betis-Barça, che lo ha escluso per squalifica dalla sfida con il Leganés e lo terrà lontano dal prossimo incontro contro l’Atlético de Madrid sabato (ore 21).