L’epoca di Iñaki Williams all’Atletico è caratterizzata da performance straordinarie e da un impatto significativo nella squadra. Cresciuto nel club, Williams è diventato un punto di riferimento grazie alla sua velocità e abilità nel gioco. La sua presenza è stata fondamentale per il successo del team, contribuendo non solo con gol, ma anche con assist e giocate decisive. La sua dedizione e il suo talento lo hanno reso un simbolo del club, appuntamento immancabile per i tifosi e un esempio per i giovani calciatori in ascesa

Iñaki Williams ha nuovamente mostrato il suo grande talento durante la partita all’El Sadar, evidenziando cosa significa essere un vero giocatore di squadra. L’attaccante ha continuato a pressare lungo la fascia destra, diventando un costante incubo per Juan Cruz, il quale sicuramente ha avuto brutti sogni dopo l’incontro, pensando al ‘9’ dell’Athletic.

Sebbene non sia riuscito a segnare, Williams è stato senza dubbio il protagonista indiscusso. Ha fornito un assist eccezionale a Gorka Guruzeta per il gol del pareggio, che il donostiarra ha messo a segno in modo splendido con un colpo di testa sul secondo palo.

Inoltre, ha fatto tremare Sergio Herrera con un potente tiro nei primi quindici minuti di gioco, il quale, dopo aver colpito il braccio di Herrando, non ha portato a un rigore a causa di un fallo precedente di Galarreta su Aimar Oroz. Nella ripresa, ha creato un’azione straordinaria sulla destra, che Guruzeta ha colpito a botta sicura, ma il portiere del Miranda de Ebro ha compiuto un miracolo parando il tiro, dimostrandosi il migliore della sua squadra. Il giocatore ghanese ha disputato tutti i minuti disponibili e ha ricevuto il premio di MVP nella sua 445ª partita come leone, un traguardo che gli consente di entrare nella Top-10 storica delle presenze con la maglia rojiblanca, affiancando Aitor Larrazabal. Solo nove leggende lo precedono: José Ángel Iribar (614), Iker Muniain (560), Oscar de Marcos (550), Txetxu Rojo (541), Joseba Etxeberria (514), Andoni Iraola (510), Markel Susaeta (507), Piru Gainza (496) e José María Orue (483).

Nel corso delle sue undici stagioni come giocatore della prima squadra, l’attaccante ha totalizzato 360 presenze in campionato, 45 in Coppa, 36 in Europa League e 4 nella Supercoppa, mettendo a segno 108 gol. Questo rendimento lo colloca al 19º posto nella classifica storica dei marcatori dell’Atletico, a sole 8 reti da Julen Guerrero, che ne ha realizzati 116. Quest’anno, il bilbaino è il miglior marcatore della sua squadra, condividendo il primato con Oihan Sancet. Ha segnato otto reti, quattro in campionato contro Leganés, Espanyol (due), Villarreal e altrettante in Europa League, incluso un doppietta contro il Fenerbahçe nell’ultima partita disputata nella competizione. Inoltre, si distingue anche come il miglior assist-man della squadra, avendo fornito cinque assist, tre dei quali in un’unica gara contro Las Palmas nello Stadio di Gran Canaria. Sancet, suo compagno di squadra, e Paredes hanno beneficiato di queste occasioni. Djaló ha chiuso il match contro il Celta a San Mamés con un gol che ha fissato il punteggio sul 3-1, grazie a un suo passaggio dalla fascia destra, e ha segnato il quinto gol sabato a Iruña. Inoltre, avrebbe potuto arrivare a sei assist, poiché non gli è stato accreditato un bel passaggio filtrante per Unai Gómez, realizzato domenica 15 contro l’Alavés a Mendizorrotza, che ha portato al primo gol, successivamente pareggiato da Jordán, dato che la palla ha subito una leggera deviazione da Moussa Diarra. Le sue statistiche non finiscono qui. È infatti il giocatore con il maggior numero di minuti disputati in campionato (1.472), superando Vivian e Nico, e ha partecipato a 18 incontri, gli stessi di Berenguer e Guruzeta. Un vero e proprio punto fermo per la squadra. L’Athletic è attualmente nella fase di Iñaki Williams.

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