E la gabarra, che ne pensi, Athletic? Dunque, l’obiettivo è la Liga!

Non si capisce davvero cosa pensino. Raccontano di venire da Tajonar, ma ricevono insulti. E poi ci si prende gioco dell’Athletic con la famosa gabarra. È come se a Kim Basinger dicessero “bella” solo per infastidirla. Grazie, Indar Gorris. Quest’anno potremmo, per scherzo, invitarvi ai festeggiamenti sulla riva.

Ma è solo una battuta. Iñakitxu ha ragione, dobbiamo rimanere discreti. Ho appreso questa lezione negli anni settanta, quando andavamo pieni di entusiasmo a Atotxa e ci prendevano cinque a causa di Satrus e Idigoras. È strano, ma verso Iruña mi sento come a Vallecas o a Cádiz, mi sto abituando a vincere.

E questo inizia a manifestarsi anche in altri stadi, è un buon segno. Neppure un pareggio ci fa felici, capisci? Ieri è stata una di quelle giornate in cui, generalmente, dopo aver visto il Gordo volare lontano, si finisce per accontentarsi della salute. Ma quest’anno non è così. Noi tifosi dell’Athletic ci sentiamo ricchi di gioia e soddisfazione. Abbiamo accumulato una quantità enorme di punti, vittorie e veri milioni grazie alla televisione e ai successi in Europa League. Dobbiamo dargli un nome a questo biennio; speriamo che presto diventi obsoleto e che ci porti a un triennio. “Glorioso” potrebbe essere un’idea, ma no, è già riservato ad altri. Noi esportiamo affidabilità e qualità, ne abbiamo in abbondanza. Ma serve ambizione. Berenguer, come sempre, ha aggiunto il suo tocco di Chanel a casa sua in Navarra. E che dire di Sancet, un vero gentleman – ti auguro una rapida ripresa -. O di Vivian, che in questo momento immagino già sugli alti gradini del calcio spagnolo accanto a Javier Clemente. E Iñaki, cosa si può dire di lui? È straordinario.

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