Le prove di maturità affrontate e vinte dall’Ajax, campione

Un Athletic con una maturità sorprendente. Questa è l’impressione che emerge dopo i primi cinque mesi di competizione. Nel corso delle settimane, la squadra ha affrontato e superato le sfide che si sono presentate. È riuscita a mantenere l’inerzia positiva della stagione precedente.

La squadra non ha risentito della mancanza di esperienza causata delle partenze di Muniain, Raúl e Dani García. Nonostante un inizio incerto, con 4 punti su 12 in campionato, ha dissipato le paure riguardo la sua capacità di affrontare sia le competizioni nazionali che quelle europee.

La determinazione a vincere rimane intatta, testimoniata dai sette successi ottenuti negli ultimi otto incontri, insieme a una concentrazione sempre alta. Le statistiche dei leoni suscitano sorpresa. Oltre ai momenti di brillantezza individuale, è stata la solidità del gruppo a consentire discussioni durante la cena della Vigilia di Natale sul fatto che l’Athletic possa effettivamente ambire al titolo, il tutto evitando eccessi con il txakoli. La squadra si distingue per la maturità dimostrata in campo, partendo dall’assunto che i risultati stessi siano la migliore ricompensa per il duro lavoro svolto. Ancelotti ha elogiato l’Athletic definendolo “uno dei migliori club della Liga”. Coudet ha sottolineato che sono tra le squadre “più in forma”. Mourinho lo ha collocato tra le prime tre contendenti per la Europa League, insieme a Manchester United e Tottenham. I complimenti dei tecnici non sono una rarità, ma il peso delle loro parole si misura attraverso le scelte tattiche in campo. È prassi che gli allenatori sviluppino strategie specifiche per neutralizzare la pressione esercitata dai leoni, effettuando aggiustamenti al loro stile di gioco abituale, prestando particolare attenzione a giocatori come Nico Williams, Galarreta o Sancet per limitarne il contributo. Tuttavia, l’Athletic ha trovato le risposte adeguate.

Una chiara dimostrazione della crescita del team è rappresentata dalle tre rimonte effettuate questa stagione, tutte in trasferta: contro Ludogorets, Rayo e Osasuna. Inoltre, la squadra è riuscita a strappare pareggi a Roma e Valladolid dopo aver subito il primo gol. È vero che al San Mamés non sono arrivate rimonte, ma i giocatori rojiblancos hanno comunque portato a casa un punto contro il Betis, nonostante l’iniziale svantaggio. Dimostrano di attaccarsi con determinazione agli incontri, rendendo raro il momento in cui possano perdere il controllo della situazione. L’Athletic ha stabilito delle basi solide, come comprovato dalle tre rimonte in trasferta: Ludogorets, Rayo e l’ultima contro Osasuna. La squadra guidata da Valverde ha evidenziato un forte spirito combattivo e una motivazione incrollabile, come dimostrato nella partita a El Sadar. Si sono trovati a fronteggiare un possibile calcio di rigore a favore e subito dopo hanno subito il gol dell’1-0 da una punizione controversa. Hanno pareggiato nei loro momenti più difficili grazie a una scintilla di talento nata dalla combinazione tra Iñaki Williams e Guruzeta, malgrado l’assenza di Sancet e le difficoltà di Nico Williams. L’Athletic ha dimostrato di avere la forza necessaria per resistere e colpire con precisione. Questo successo è probabilmente influenzato anche dal titolo di campioni. Nella finale, sebbene fossero favoriti, i leoni hanno iniziato sotto e hanno dovuto arrivare ai rigori per conquistare la Coppa. Un trionfo porta inevitabilmente a un aumento della fiducia, cambiando la mentalità, riducendo il senso di frustrazione quando i risultati non arrivano immediatamente, e aumentando il rispetto che suscita tra tutti gli avversari.

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