Jan Oblak continua a scrivere pagine importanti nella storia dell’Atlético di Madrid. Durante la partita contro l’Osasuna al Metropolitano, il portiere è diventato il quarto calciatore con il maggior numero di presenze nel club, che vanta 122 anni di storia, raggiungendo così il leggendario Enrique Collar, che ha difeso la maglia rojiblanca in 470 occasioni.
Solo qualche mese fa, Oblak era già entrato nella top-5 e, se la stagione prosegue positivamente, terminerà tra i primi tre, dato che è a soli 13 match da Tomás Reñones, l’attuale team manager dell’Atlético. Più lontano si trova Adelardo, con 555 presenze, e ancora più in alto il capitano Koke, una leggenda del club con 664 partite, di cui Oblak ha ridotto il conteggio di una, non scendendo in campo contro l’Osasuna.
Questa è l’undicesima stagione per Oblak all’Atlético, dove è arrivato nel 2014 dal Benfica per 16 milioni di euro, una scelta inizialmente considerata audace a causa della sua poca esperienza. Tuttavia, più di dieci anni dopo, si è rivelata un’operazione vincente. Anche se all’inizio ha faticato a trovare posto da titolare a causa delle buone prestazioni di Miguel Ángel Moyà, un infortunio di quest’ultimo gli ha spalancato le porte del primo undici, da cui non è più uscito, eccetto per motivi fisici.
In questo momento, Oblak è in prima posizione nella corsa al Trofeo Zamora, un premio che non vince da tre anni, ma che ha già conquistato. Infatti, il portiere sloveno possiede cinque trofei, quattro dei quali consecutivamente dal 2015 al 2019. Raggiungere il sesto significherebbe entrare nella storia del calcio spagnolo, poiché nessuno lo ha mai fatto prima.
Solo tre portieri, insieme ad Oblak, sono riusciti a conquistare cinque trofei: Víctor Valdés e Antoni Ramallets, ambos asociados al Barcellona, club che ha ottenuto questo riconoscimento più volte di qualsiasi altro.