Moisés Hurtado, con un recorrido que incluye 179 partidos, la conquista de la Copa del Rey en 2006 y una final de la UEFA, se ha convertido en una voz de peso en el RCD Espanyol. Como entrenador de jóvenes talentos que han conseguido integrarse en el primer equipo, tales como Jofre Carreras, Omar El Hilali y Antoniu Roca, este último en unirse, Hurtado rememora con nostalgia su etapa en el equipo juvenil conocido como ’21’.
“Es una labor que conlleva una gran responsabilidad. Al final, influyes en el desarrollo profesional de los muchachos, ya sea para mejor o no. La retroalimentación es muy positiva, siempre se muestran agradecidos. Ver a chicos como Omar y Jofre, que he entrenado, aplicar lo que les enseñé me llena de satisfacción”, comentó Moisés en una entrevista con MD.
También señaló que, desde la perspectiva del entrenador, se enfrenta a diversas influencias externas. “Hay veces que el coordinador tiene una visión diferente a la tuya, lo cual complica un poco el trabajo en comparación con dirigir a un equipo adulto. Sin embargo, el aspecto educativo, algo que no había considerado, resulta muy gratificante, especialmente cuando recibes mensajes de agradecimiento de los chicos”, añadió Hurtado, quien regresó tras una experiencia dirigiendo una selección provincial en China.
“Regresé por razones familiares y estoy muy contento. Disfruté de la cultura, la gente y el buen nivel de los chicos que entrenaba… Pero lo eché de menos, aunque regresé solo y necesitaba a mi familia. Viajar te ayuda a ampliar los horizontes. A mí me atraen este tipo de experiencias. He oído que algunos han tenido dificultades en China, pero creo que es crucial tener una mentalidad abierta y flexible”.
Nel mondo del calcio, il tema è sempre attuale. L’ex calciatore racconta di avere avuto la fortuna di incontrare un traduttore che è diventato un caro amico, sottolineando la sua intenzione di cercare opportunità interessanti per il futuro. Riguardo alla situazione complicata del Espanyol, Moisés esprime chiaramente la sua opinione: “È fondamentale dare uno sguardo alla gioventù. Le giovanili non sempre producono talenti di alta qualità. La fiducia nei giovani è cruciale; può fornire loro grande motivazione e freschezza, ma al contrario, se manca, può demoralizzarli”. Il catalano è ben consapevole della forza del settore giovanile del club, sottolineando che “ha sempre dimostrato di avere sia talento che mentalità. I ragazzi sono pronti e in effetti stanno dimostrando il loro valore. Speriamo, nonostante la difficoltà di trovare stabilità nel Espanyol, che si possa puntare di più sui giovani, i quali portano un valore aggiunto in termini di appartenenza e identità rispetto a giocatori esterni, che spesso non fanno la differenza”.
Per quanto riguarda la strategia sportiva, Hurtado non fa riferimento diretto al direttore sportivo, Fran Garagarza, ma riconosce che “quest’anno ci sono state buone decisioni in alcune posizioni critiche, mentre in altre ci sono stati errori. Valutare l’impatto di un acquisto dipende da molteplici fattori. Ci sono giocatori che in un club possono eccellere e in un altro no. Talvolta, si crea una dinamica in cui certi acquisti non funzionano mai. Quest’anno, in particolare, stiamo riscontrando difficoltà nell’attacco. Kumbulla e Král si sono rivelati ottimi acquisti, e speriamo che anche altri possano raggiungere il loro potenziale”.
Ci sono alcune cessioni che suscitano perplessità, come quella di Ünüvar, che ha visto poco campo. Chi è direttamente coinvolto ha una visione più chiara di queste situazioni. In realtà, episodi di questo genere non sono rari, non tutti i nuovi innesti riescono a integrarsi come ci si aspetta”, afferma l’ex calciatore di Olympiacos, Granada e Girona. “Alcuni atleti, come Kumbulla e Král, provenienti dall’estero, si integrano immediatamente e mostrano impegno, oltre a possedere abilità e qualità. Veliz, inizialmente, ha avuto qualche difficoltà, ma i giocatori in prestito spesso non trovano spazio e tendono a disimpegnarsi. La gestione della rosa è responsabilità dell’allenatore, che deve saper armonizzare i vari caratteri. A volte si fa centro, altre volte no, ma non è solo colpa del direttore sportivo. Ci sono molte variabili da considerare”, ribadisce.
Riguardo all’adeguatezza di Manolo González come guida per mantenere l’Espanyol in massima serie, Moisés abbraccia il pensiero di numerosi tifosi. “La squadra ha i suoi limiti in attacco, e chiunque può notarlo. Stiamo assistendo a un’organizzazione competitiva, ma serve maggiore esperienza in avanti. Credo che Manolo abbia instaurato un buon legame con i fans. I tifosi si rendono conto che sta dando il massimo per ottenere risultati. Ci auguriamo che tutto si incastri nel modo giusto. Sta apportando cambiamenti e, alla fine, la squadra lo supporta. È evidente: i giocatori danno tutto in campo, il che è fondamentale. Speriamo riesca a ottenere risultati positivi per il bene di tutti”, auspica l’ex allenatore della UE Figueres (2021-22) e vice di Íñigo Vélez al Lugo nel 2023. Infine, Hurtado avverte che un eventuale nuovo retrocessione, il terzo per il club in cinque anni, sarebbe un duro colpo per i tifosi.
Non è detto che il prossimo anno ci saranno alti e bassi. È una situazione complessa. Speriamo di non dover affrontare eventi simili, poiché la situazione ha creato malcontento tra le persone, che non sperimentavano discese così frequenti da tempo. È importante riconoscere anche i risultati passati, che non sono stati semplici da ottenere. Ci impegneremo per mantenere una buona posizione quest’anno e cercare di instaurare un clima favorevole, in modo che i tifosi siano vicini alla squadra. Alla fine della stagione, sarà il momento di valutare i risultati e di esprimere eventuali lamentele dove necessario. Se tutto dovesse andare per il verso giusto, comunque si potrà criticare se le cose non sono state gestite adeguatamente”, conclude.