Oltre al suo fondamentale gol, che ha permesso al RCD Espanyol di tornare a vincere dopo sei partite, uno degli aspetti più discussi del debutto di Roberto Fernández, anch’egli alla sua prima apparizione in Prima Divisione, è stato il numero di maglia che ha indossato.
Il ‘2’ è un numero piuttosto raro per un attaccante, e nel calcio spagnolo è stato indossato da altri giocatori come Arouna Koné e Borja Mayoral durante la loro parentesi al Levante, e da Gaizka Toquero, il cui caso è particolarmente noto, nell’Athletic Club.
Proprio Toquero, che si è ritirato dal calcio nel 2019, ha ispirato la celebrazione di Roberto, autore del gol decisivo per il 2-1 contro il Valladolid. “Nello spogliatoio, scherzando su Toquero, ho pensato, se entro e segno, imiterò la sua celebrazione. E così è stato”, ha dichiarato il calciatore di Puente Genil, che ha festeggiato il suo gol passando la mano aperta davanti al viso, proprio comefaceva Toquero. Quello segnato da Roberto ha anche posto fine a un vero e proprio incubo che durava da quasi sette anni per l’Espanyol. Il numero ‘2’ era rimasto vacante dopo il trasferimento di Óscar Gil all’OH Leuven in Belgio, durante l’estate, e Roberto ha deciso di indossarlo per “rispetto” al ’21’ di Dani Jarque, che è riservato ai giovani del vivaio (dal tragico decesso avvenuto l’8 agosto 2009, solo Marc Roca e Nico Melamed lo hanno indossato). Dall’ormai lontano 28 gennaio 2018, nessun giocatore dell’Espanyol con quel numero aveva segnato, con Marc Navarro che è stato l’ultimo a riuscirci, in Butarque. Né Alfa Semedo, né Pipa, né Miguel Llambrich, né l’ormai citato Óscar Gil (che ha segnato con il ’27’), i successivi portatori, erano riusciti a segnare un gol, impresa che Roberto ha compiuto in soli 11 minuti.
Che sia il primo di una lunga serie.