Il Getafe, squadra con il secondo peggior attacco delle cinque principali leghe europee fino ad oggi, ha sorpreso al Anoeta con un incontro ben organizzato, interrompendo la striscia di sette partite senza sconfitte della Real Sociedad in casa e infliggendo loro la terza sconfitta consecutiva con un netto 0-3.
Ora, la Real è diventata il secondo club meno prolifico della LaLiga e continua a scivolare nella classifica europea. Sta raccogliendo meriti, questo è chiaro. I giocatori del club basco hanno disputato un’altra partita deludente, non riuscendo a capitalizzare i passi falsi di alcune squadre avversarie e scivolando al nono posto.
Si conferma così un periodo molto negativo a livello di prestazioni e risultati, con evidenti problemi di gioco, poca creatività e una dipendenza da Kubo che non regge. Inoltre, la squadra evidenzia una fragilità difensiva palpabile nelle proprie aree, in particolare sugli cross laterali. C’è molto su cui lavorare, forse troppo. La serata all’Anoeta si è conclusa con dei fischi.
Quattro cambi, senza Orri
Imanol ha attuato quattro cambi nella formazione titolare rispetto al deludente incontro di Roma. Come previsto, Oyarzabal, Kubo e Zubimendi, sostituiti durante la partita, sono stati confermati fra i titolari. Tuttavia, il tecnico ha stupito con una linea mediana “made in Zubieta” completamente nuova, formata da Zubimendi, Turrientes e Olasagasti. In attacco è apparso Sergio Gómez, assente nella partita contro la Lazio, mentre non è stato schierato Óskarsson, anch’egli non in campo. Pacheco ha preso il posto di Aguerd, che ha riportato un infortunio giovedì, e Aihen è rientrato in squadra dopo il precedente cartellino rosso. Zubeldia e Aramburu sono stati riconfermati. In totale, la squadra contava su sette giocatori provenienti dal vivaio e Aramburu.
Inizio opaco
Non c’era da aspettarsi nulla di diverso da un Getafe così limitato. Tuttavia, l’inizio della partita è stato estremamente noioso, con la Real incapace di superare la linea difensiva degli avversari. Il 4-4-2 di Bordalás ha bloccato l’uscita del pallone da parte della Real, portando a 25 minuti di gioco dominati dal Getafe, che ha avuto il controllo del ritmo. La squadra di Imanol ha trovato molte difficoltà a superare il centrocampo con il pallone sotto controllo.
Il match era poco avvincente e i padroni di casa si trovavano in difficoltà, costretti a contendere molti palloni alti e vincendone ben pochi, persi contro giocatori come Uche, Milla e Djené. Turrientes ha ricevuto un cartellino giallo per un intervento non perfetto su Djené, colpito alla gamba dopo un rinvio. La prima occasione da gol è stata favorevole agli ospiti. Dopo una serie di rinvii sbagliati e rimpalli, il pallone è finito in posizione defilata e Sola ha tentato un tiro incrociato, ma il risultato non è stato quello sperato.
Kubo cerca di ravvivare la partita
Dopo aver superato la metà del primo tempo, la Real ha iniziato a crescere nel gioco e a gestire meglio i tempi. Non in modo eccessivo, ma certamente sufficientemente per migliorare una situazione che molti trovavano difficile da tollerare. Gran parte di questo miglioramento è stato merito di Take Kubo, che ha creato problemi al suo ex compagno Rico. Ha prima avvisato Olasagasti con un tiro di destro dall’area, seguito da Zubeldia, che ha tentato un tiro meno preciso dopo un lungo rinvio di Soria su un rimessa laterale di Aihen.
Il giocatore giapponese indossò la fascia da capitano e cominciò a richiedere il pallone. Nella prima azione chiara che ricevette sulla fascia, fece un dribbling a rientrare che disorientò Rico, superandolo poi sull’esterno. Giunse fino alla linea di fondo e servì un ottimo passaggio all’indietro, ma né Sergio né Oyarzabal si avventarono sul tiro. Kubo, desideroso di testare la prontezza di Rico, replicò poco dopo con una finta simile, spedendo un cross alto sul secondo palo dove Oyarzabal colpì di testa, ma Soria riuscì a intercettare il pallone sulla linea, con qualche difficoltà.
Il Getafe, che aveva avuto una buona opportunità con una punizione di Alderete finita di poco a lato, raddoppiò le marcature su Kubo, il quale si adattò subito per continuare a creare pericoli. Attirò avversari sulla fascia, portando Rico in aiuto, e allora servì Turrientes sulla sinistra, che questa volta si avventò verso la linea di fondo per crossare a Zubeldia sul secondo palo. Il suo tiro fu più potente, ma Soria riuscì a deviare in corner.
Imanol scelse di non rischiare con Turrientes, contrariamente a quanto fa con altri giocatori titolari, e lo sostituì all’intervallo con Brais. Sembrò frenato l’oriotarra, dato che si preannunciava una triplice sostituzione con Barrene e Aritz. Dovette apportare un’altra modifica poco dopo, poiché Aihen ebbe un altro infortunio, questa volta un movimento errato dopo un cross, e entrò Javi López.
L’energia iniziale creata da Kubo svanì rapidamente, portando il match a una fase più monotona e la squadra della Real ritornò a essere imprecisa. Questo si evidenziò nel loro unico attacco nei primi venti minuti di gioco: una controffensiva avviata da Kubo che, dopo aver superato un avversario, passò il pallone con poca precisione a Sergio, il quale non riuscì a controllarlo e commise un errore nel suo successivo rinvio. Il clima già piuttosto gelido allo stadio Anoeta divenne ancora più freddo quando l’arbitro Cuadra Fernández assegnò un rigore per un presunto fallo di Olasagasti su Rico, una decisione inesistente che, dopo la revisione al VAR, fu annullata.
Questo episodio risvegliò il pubblico, che si mobilitò per sostenere la squadra nella ricerca di un gol. Entrarono in campo Óskarsson e Barrenetxea, ma la gioia fu effimera; infatti, subito dopo, la situazione si fece critica per la Real. Mayoral riuscì a trovare spazio nell’area avversaria e, dopo un tiro potente parato da Remiro che lasciò il pallone a disposizione, Uche si inserì tempestivamente e insaccò. Nella sequenza successiva, Rico, sfruttando un rimbalzo dalla parte sinistra, effettuò un cross, mentre Mayoral attirò l’attenzione di Pacheco, creando opportunità per Carles Pérez, che, con un controllo non impeccabile di fronte a un Javi López poco reattivo, segnò a Remiro da distanza ravvicinata.
I realisti cercarono di spingere con maggior determinazione e intensità offensiva. Un tiro a distanza di Brais, poi un tentativo di Kubo che assomigliava più a un cross, seguito da un colpo di testa di Óskarsson sempre sull’assist del giapponese. Tuttavia, mancava il colpo decisivo: il terzo gol. Un altro cross, stavolta di Coba dalla sinistra, portò a una serie di rimpalli in area, senza che nessuno intervenisse o liberasse il pallone, permettendo a Carles Pérez di colpire nuovamente Remiro, in una situazione di inaccettabile inerzia difensiva. Inoltre, l’arbitro, aggravando la situazione, decise di prolungare il match di ulteriori nove minuti, suscitando l’insoddisfazione del pubblico, desideroso di tornare a casa. Barrene e Kubo provarono a farsi notare con alcuni tiri, ma questi andarono a vuoto, ricevendo solo un debole applauso da parte dei pochi spettatori rimasti. Ormai, la situazione sembrava tristemente compromessa. Una sconfitta che destava non poche preoccupazioni.