Sembra sempre più evidente che Joan Garcia lascerà il RCD Espanyol al termine della stagione. Il portiere di Sallent, attualmente con il maggior numero di parate nel torneo (89) e monitorato dalla nazionale spagnola, è di nuovo nel mirino dell’Arsenal, che aveva già provato a ingaggiarlo lo scorso estivo, oltre a diversi club di alto profilo europeo.
Nel frattempo, il CEO dell’Espanyol, Mao Ye Wu, ha già chiarito nella recente assemblea degli azionisti di dicembre che “abbiamo previsto 15 milioni in entrate da vendite”. Sarà una questione chiara? Considerando che 15 milioni di euro corrispondono alla clausola di rescissione di Joan (che ammonta attualmente a 25 milioni) in caso di retrocessione.
“Per ora non penso a ciò, ma tutto può succedere. Se dovesse accadere, spero che avvenga nel migliore dei modi”, ha dichiarato il portiere durante una diretta su Twitch di ‘Tempo di Espanyol’. “Se alla fine dovessi andarmene, non potrei non dire addio in modo adeguato. L’Espanyol è il club che mi ha dato tantissimo. Se uscissi dalla porta di servizio, sarebbe un addio sbagliato”, ha sottolineato Joan quando gli è stata chiesta la sua probabile partenza. Attualmente, con il club biancoblù, si prepara per la sfida di Mendizorroza, dove sabato (14:00) l’Espanyol cercherà di ottenere la prima vittoria stagionale in trasferta. “Quella di sabato è una partita molto importante, non decisiva ma fondamentale per fare un passo in avanti. Portare a casa tre punti ci consentirebbe di distaccarci un po’. Non solo per la classifica, ma anche per la fiducia. Vincere a Vitoria sarebbe cruciale per le prossime sfide”, ha evidenziato il numero ‘1’ dell’Espanyol. Inoltre, Joan, 23 anni, ha offerto una riflessione significativa sugli insulti razzisti rivolti a Maroan Sannadi, giocatore dell’Athletic Club, durante una partita al RCDE Stadium, dicendo: “In quel momento non capivo cosa stesse accadendo”.
Purtroppo, situazioni come queste si verificano troppo spesso nel calcio. È successo molte volte e non mi piace affatto. Spero che si possa trovare una soluzione a questo problema. Rendere tutto ciò normale è un errore. Quando assisti a una partita di basket o hockey, l’atmosfera è completamente diversa. Nel calcio, si è creata una cultura degli insulti”, ha commentato con dispiacere.