Attenzione, Athletic! Non abbassate la guardia!

Già sappiamo quanto possa essere complicato affrontare il Valladolid di turno. Squadre già retrocedenti ci hanno fatto visita, infliggendoci brutte perdite in casa, mentre solo noi eravamo realmente in gioco. Dobbiamo imparare dagli errori passati per evitare di inciampare nuovamente sulla stessa pietra.

Questo gruppo è molto diverso da quello di un tempo, rendendo difficile pensare che ci lasceremo sfuggire un’occasione preziosa per distanziare il Villarreal, e chissà, forse addirittura ampliarli. La palla è nelle nostre mani. La risposta arriverà domenica, con tutti disponibili ad eccezione di Djaló, che ha subito un infortunio alla caviglia.

Non è il momento di disperdersi discutendo di animazione. Durante il match, è fondamentale sostenere i nostri giocatori, dal primo all’ultimo, tutti e 50.000, senza pensare a sciocchezze. I più di novanta minuti di gara devono essere incentrati sull’obiettivo comune, che è aiutare i leoni a conquistare tre punti. Dobbiamo evitare di distrarci con quanto accade o non accade dietro una delle porte: non sono loro i protagonisti, non devono volerlo! Chi non desidera partecipare al tifo, può tranquillamente restare a casa, come ribadito dai nostri leader in spogliatoio. In altri termini, e per l’ennesima volta: O TI FAI SENTIRE O TI ALLONTANI! Qualunque cosa accada domani a San Mamés, la settimana rimarrà tristemente memorabile. Una leggenda, un calciatore destinato a entrare nella storia del nostro Athletic, ha annunciato il suo ritiro a fine stagione. Il suo commovente messaggio di addio è una testimonianza di chi sia realmente. Ha voluto ricordare tutti, ponendo in evidenza il lavoro di chi rende speciali le giornate a Lezama, dando riconoscimento a chi spesso rimane nell’ombra ma è vitale per il successo e la gloria di chi riceve applausi. Questo è l’essenza di De Marcos.

Non si può fare a meno di emozionarsi ascoltando le sue parole di rispetto e ammirazione per il grande mito dell’Athletic, sia che sia in vita o meno, il Txopo. Inoltre, è bellissimo vedere il suo affetto come nipote per il suo aitite. È un messaggio prezioso che chiarisce bene le ragioni di quello che è il calciatore di Laguardia. Tra i diversi modelli di leadership, il suo si distingue per la discrezione, senza ostentazioni o desiderio di attrarre l’attenzione. In un contesto come quello di un bar, è probabile che altri possano cercare di mettersi in mostra, ma nel caso di Óscar de Marcos non è affatto così. Le sue azioni parlano per lui, che siano note o meno. Siamo certi che in ogni impresa o rappresentanza non ci deluderà mai. Alcuni di noi preferirebbero sempre seguire questo tipo di leader. La sua disponibilità e il suo impegno in varie cause riflettono il suo disinteresse per la visibilità o per il riconoscimento pubblico dei suoi buoni atti. Non è stato il nostro capitano solo per una settimana; essendo una persona eccezionale, ha scelto di esserlo per 18. Anche in queste dinamiche ha scelto di lasciare spazio agli altri per rendere qualcun altro felice. La sua mancanza si farà sentire enormemente. Al giorno d’oggi, pensiamo che sarà più presente in campo che fuori, ma avvicinandoci al 30 giugno, le cose possono cambiare. Anche se il suo desiderio di distaccarsi dal calcio e dal suo mondo è forte, l’Athletic non può permettere che questo allontanamento diventi permanente; piuttosto dovrebbe essere un semplice periodo di pausa, seguito da un ritorno in cui continui a dare al club un grande esempio. Può fare tanto semplicemente trasmettendo ai più giovani come essere, proprio come lui, una persona normale, lontanissima dal calciatore stereotipato che tutti immaginiamo. Lui è il vero ADN dell’Athletic, ed è l’erede ideale di Iribar.

La Roma ha recibido su dirección tras el sorteo, y con el nuevo formato del torneo, entendemos cuál podría ser el camino y los posibles oponentes en las etapas futuras si logramos avanzar. Aunque aquí a menudo soñamos con la victoria y nos imaginamos celebrando en el podio, es importante mantener los pies en la tierra y pensar en cada partido como una oportunidad. Esperamos que, en un par de semanas, se presente la posibilidad de enfrentarnos al Rangers en Glasgow o de volver a Estambul para jugar contra el Fenerbahçe dirigido por Mourinho. Sabemos que el fútbol no es un regalo y que los esfuerzos se deben ganar. Hemos enfrentado a la Juventus y al Atlético en finales anteriores, y lamentablemente, ambas veces salimos derrotados. Cualquier oportunidad para una tercera final debe ser conquistada con mérito. Vamos paso a paso, empezando por concentrarnos en el partido contra la Roma, que se llevará a cabo pronto, si todo sigue su curso.

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