Nelle squadre ci sono stelle come Cristiano Ronaldo e Lionel Messi, mentre l’Espanyol può contare su Joan García

Manolo González è un allenatore eccezionale. È l’unico tecnico della massima serie che ha attraversato tutte le categorie del calcio spagnolo e, conoscendo a fondo le difficoltà, apprezza enormemente il lavoro che l’Espanyol sta facendo nel suo ritorno in Primera Division.

Martedì ha partecipato al programma ‘La Pizarra de Quintana’ su ‘Radio Marca’, dove ha discusso le recenti performance della squadra, in particolare dopo il primo successo stagionale in trasferta contro l’Alavés (0-1), che ha portato il team a una distanza di 4 punti dalla zona retrocessione.

Il mister galiziano ha anche messo in evidenza le prestazioni di Joan García e Omar El Hilali, entrambi seguiti da club importanti. Nonostante la vittoria contro la squadra babazorra, ha ammesso le sfide che la sua squadra sta affrontando in trasferta: “In trasferta stiamo lottando a causa di una situazione difficile, e i giocatori mostrano un certo timore nei secondi tempi. Stiamo lavorando per migliorare questo aspetto”. Dopo aver guadagnato tre punti a Mendizorroza, ha voluto sottolineare l’affetto dei tifosi e la coesione all’interno dello spogliatoio, che considera essenziali per raggiungere i successi.

“Ho avuto fortuna fin dal giorno in cui sono arrivato in prima squadra, perché i tifosi mi hanno sempre accolto benissimo. Ho creato un buon legame con i giocatori. La salute di una squadra si misura anche da chi gioca meno. Siamo stati fortunate ad avere uno spogliatoio unito e affiatato. Tutto il merito va a loro, che sono molto connessi e pronti”.

È difficile analizzare il rendimento dell’Espanyol senza considerare le incursioni di Omar sulla fascia destra e, soprattutto, le parate di Joan García, il quale a soli 23 anni ha trovato il suo posto tra i migliori e attratto l’attenzione di club prestigiosi.

L’Arsenal aveva mostrato interesse per lui durante l’estate e adesso Luis de la Fuente lo considera tra le opzioni per la nazionale. “A volte mi dicono che Joan si ferma troppo, ma quale alternativa ho? Posso non farlo giocare? Il mio obiettivo è vincere. Sottolineo sempre che nelle squadre ci sono talenti incredibili, come Cristiano, Messi, e noi abbiamo il nostro nella porta, cioè Joan García. Joan è cresciuto ulteriormente con la squadra e, anche se è con noi da quattro anni, non era stata data prima l’opportunità di giocare. Quando ha avuto la chance, almeno sotto la mia guida, ha dimostrato tanto”. Riguardo al portiere, ha anche espresso la preoccupazione di perderlo, specie quando c’è una clausola. “Quando c’è una clausola, c’è sempre preoccupazione. Io l’avrei pagata. È un portiere giovane con ottime capacità nel gioco con i piedi e riesce a neutralizzare molte situazioni aeree”. E per la selezione? “Senza dubbio lo convocherei”.

Omar, di 21 anni, è un altro giocatore che attira l’attenzione di importanti squadre, e ciò che colpisce di più del giovane marocchino è il progresso che ha fatto dalla sua entrata in squadra. “È migliorato in vari aspetti, ma può ancora fare di più. Sta affinando le sue capacità, ha migliorato il suo gioco uno contro uno. Ora deve focalizzarsi su una migliore scelta nelle decisioni. Non ha un cattivo piede, ma può fare delle scelte più efficaci, e sono sicuro che ci riuscirà, dato il suo impegno”. Infine, quando gli viene chiesto se gli piacerebbe arrivare all’ultima giornata contro la UD Las Palmas con le proprie possibilità di salvezza, non esita a scherzare. “Sarebbe meglio arrivare già salvi. Ho già rischiato tutto in un match secco contro l’Oviedo, e non è salutare per il cuore. Tuttavia, se ci si arriva in tal modo, non è neppure un grande male. Non so quanti punti servano per raggiungere il nostro obiettivo, poiché si sta osservando che le squadre in fondo alla classifica riescono a battere quelle in cima, quindi è difficile fare previsioni”.

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