La Real Sociedad si trova in un momento cruciale della stagione, ancora attiva in tre competizioni e con un calendario fittissimo che prevede ben 19 partite in soli tre giorni, fino alla pausa per le nazionali, che non darà tregua neppure ai numerosi giocatori internazionali della squadra.
È tempo di fare un ulteriore passo avanti e contribuire maggiormente alla causa. Imanol può ritenersi soddisfatto per aver riavuto a disposizione il miglior Aritz Elustondo, proprio quando meno ci si aspettava e più ce n’era bisogno. Pacheco ha subito un infortunio, Zubeldia non stava attraversando un buon periodo di forma (e continua così), mentre Aguerd era costretto a sostenere un carico di minuti elevato che influiva negativamente sulle sue prestazioni fisiche.
Elustondo ha parlato con MD a gennaio, prima della partita contro il Villarreal. La situazione era molto diversa: aveva giocato poco fino a quel momento ed era reduce da un’ennesima infortunio alla caviglia. Tra i temi discussi nell’intervista c’era il suo futuro; la sua affermazione è stata netta: “Voglio rimanere alla Real, ma sono consapevole che potrebbe arrivare un giorno in cui non sarò più considerato”, ha dichiarato, dopo diverse stagioni con una partecipazione e un’importanza ridotte, complicate anche da problemi fisici che non gli permettevano di rendere con costanza. Questa stagione si presentava come il quarto o addirittura quinto centrale, a seconda della scelta su Jon Martín, e come terzo terzino destro.
Ma al momento giusto, con la scadenza del suo contratto che si avvicina, previsto nel 2026 (uno dei più brevi della rosa), e nel momento in cui la squadra aveva bisogno di lui a causa di squalifiche per ammonizioni, piccoli infortuni e cali di forma. È tornato direttamente nell’undici titolare dopo alcune settimane di stop a causa dell’infortunio subito durante la partita contro l’Ajax a Anoeta. Ha giocato da titolare contro il Villarreal, contribuendo alla vittoria della squadra. Da quel momento, le sue prestazioni sono state notevoli, sia in termini di continuità che di sensazioni e risultati.
Ha partecipato a 12 delle 15 gare di questo 2025, partendo titolare in otto occasioni in appena 52 giorni, accumulando un totale di 831 minuti di gioco. Si tratta di quasi il doppio rispetto a quanto aveva giocato fino alla fine del 2024. Fra i tre incontri in cui è rimasto in panchina, uno è stato il primo in Ponferrada, quando era ancora in fase di recupero. Ha completato sei partite e ha ricoperto tre ruoli diversi: difensore centrale in entrambe le posizioni e terzino destro, sia in una linea difensiva a quattro che a cinque. È un giocatore versatile, fieramente determinato. Si è dimostrato in buona forma fisica e lo ha confermato durante la conferenza stampa: “Mi sento bene, con fiducia e, quando è così, si desidera giocare”. Non si parla di rotazioni. Ha portato fortuna alla squadra, poiché in sette delle otto volte in cui è stato titolare, la Real ha ottenuto la vittoria, perdendo soltanto a Valencia. Imanol gli ha concesso spazio negli ultimi nove match, superando Pacheco (prima dell’infortunio) e Odriozola. Contro il Real Madrid è partito dalla panchina probabilmente per una questione di gerarchia, ma per quanto riguarda la condizione fisica attuale, si può affermare che sia, almeno, allo stesso livello di Zubeldia. È solido nei duelli, preciso nell’impostazione del gioco, reattivo negli interventi e audace quando spinge sulla fascia, come dimostrato nel perfetto assist a Óskarsson contro il PAOK. Inoltre, è quasi pervenuto a segnare da calci piazzati.
Un giocatore leggendario
Aritz è un veterano e un simbolo per la squadra. Può essere considerato un elemento storico. Mercoledì ha disputato il suo 280° incontro con la Real, diventando il terzo giocatore dell’attuale rosa per numero di presenze, dopo Oyarzabal e Zubeldia, che sta raggiungendo. Ha eguagliato Alberto Ormaetxea nel 37° posto della classifica storica e potrebbe entrare nella top 30 quest’anno.
Nel corso di questa stagione, il giocatore si trova in una posizione relativamente secondaria, occupando il 17° posto per partite giocate (22), il 16° per le presenze da titolare (13), il 15° per i minuti giocati (1.270), e risulta tra quelli meno convocati, posizionandosi al 22° con 32 chiamate. Tuttavia, le percezioni recenti sono decisamente diverse e molto più positive.
Con ben 11 stagioni alle spalle nel club principale, ricopre il ruolo di secondo capitano ed è tra i membri più realistici dello spogliatoio, se non il più realista. A 30 anni, che diventeranno 31 a marzo, sta evidenziando la possibilità di rimanere in una squadra di alta classifica per ancora qualche anno, contrariamente a quanto avvenuto negli ultimi anni. A gennaio non ci sono stati colloqui per il suo rinnovo, e lui stesso ha ammesso che, per via dell’età e delle infortuni, è probabile che la dirigenza decida di aspettare fino alla fine della stagione per valutare la situazione. Mentre giovani promettenti si fanno avanti, lui si è dimostrato una certezza in questa stagione, soprattutto in un momento di incertezza riguardo l’esperienza di Jon Martín e le prestazioni di Pacheco. Si tratta del soldato Elustondo, che sta vivendo una nuova fase positiva della carriera nel momento cruciale.