Competizione, a Correa: “Non si possono giustificare le serie di gravi insulti all’arbitro.”

Il Comitato di Disciplina della Federazione Spagnola di Calcio (RFEF) ha deciso di infliggere cinque turni di squalifica all’attaccante argentino dell’Atlético de Madrid, Ángel Correa. Di conseguenza, Correa salterà le due imminenti sfide della sua squadra contro il Barcellona, sia in campionato che nel ritorno della semifinale di coppa.

La squalifica è stata comminata dopo che il giocatore è stato espulso con un cartellino rosso diretto durante la partita contro il Getafe, a causa degli insulti rivolti all’arbitro al minuto 87. Poiché si tratta di un provvedimento severo, l’attaccante non potrà partecipare a cinque incontri consecutivi, che includono le partite di LaLiga contro il Barcellona, l’Espanyol, il Siviglia e il Valladolid, oltre al match di ritorno della Coppa contro il Barça.

La decisione riguardante l’internazionale argentino prevede quattro turni di squalifica per le offese verbali e le condotte ingiuriose nei confronti dell’arbitro, in violazione dell’articolo 99 del Codice Disciplinare della RFEF, e un ulteriore turno per l’espulsione stessa dovuta a un gesto violento durante il gioco, secondo l’articolo 130.1 della stessa norma, accompagnata da una multa. Nel referto dell’arbitro, si riporta che Correa ha rivolto all’arbitro frasi come “Figlio di mille puttane, vigliacco. La vagina di tua madre”, dopo essere stato escluso per un intervento su Djené, quando il punteggio era di 0-1 a favore della squadra rojiblanca, che in seguito ha perso per 2-1.

LE RAGIONI DELLA COMPETIZIONE
“Innanzitutto, il club interessato sostiene nella sua comunicazione che il giocatore non avrebbe dovuto ricevere l’espulsione decretata dall’arbitro, poiché ritiene che ci sia stato un evidente errore materiale, in quanto non si è verificato un intervento sul rivale con uso di eccessiva forza. Sulla base di tali argomentazioni, chiede che venga annullata la sanzione disciplinare.”

Il Club ha espresso la sua opinione riguardo alle parole pronunciate dal giocatore dopo la sua espulsione, sostenendo che dovrebbero essere considerate come un atto di disprezzo, e chiedendo l’applicazione delle attenuanti per un pentimento sincero, come ha precisato il Comitato in un’introduzione. Tuttavia, questa richiesta è stata respinta poiché, secondo quanto affermato, “il Club non ha fornito prove sufficienti per dimostrare il contrario rispetto all’azione indicata nel verbale dell’arbitro”. Al contrario, il video da loro presentato mostra chiaramente come D. Angel Martín Correa Martínez colpisca l’avversario al ginocchio. Per quanto riguarda la richiesta dell’ Atlético di considerare l’episodio come disprezzo anziché come un insulto, il Comitato ha chiarito che “non possono essere accolte le giustificazioni fornite per tentare di scusare il comportamento inaccettabile del giocatore, anche se il risultato di una partita possa generare, come indicato nella documentazione presentata, ‘pressione aggiuntiva’, ‘maggiore tensione’ o ‘nervosismo estremo’ (sic). Queste emozioni, sebbene debbano essere evitate o gestite, non possono in alcun modo giustificare le gravi espressioni rivolte all’arbitro, così come quelle registrate nel verbale, o qualsiasi mancanza di rispetto nei confronti dell’arbitro stesso e della sua autorità”.

In conclusione, riguardo le scuse di Correa si osserva: “sebbene la risposta del calciatore sui suoi profili social sia da apprezzare, tali scuse non possono in alcun modo essere considerate come una dimostrazione autentica di pentimento, che possa servire da attenuante. Questo è particolarmente vero dato che l’organo disciplinare, ritenendo opportuno intervenire autonomamente, decide di applicare la sanzione minima di quattro turni di sospensione prevista dall’articolo 99 del Codice Disciplinare della RFEF”.

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