L’Atlético non avrà la possibilità di presentare ricorso

Dopo l’episodio che ha suscitato la maggiore discussione nel calcio europeo, diversi esponenti dell’Atlético de Madrid hanno chiesto al club di intraprendere azioni legali, inclusa la costituzione di un ricorso alla UEFA per contestare non solo il risultato della partita contro il Real Madrid, ma anche la relativa serie di calci di rigore.

Tuttavia, l’Atlético non può più presentare contestazione in merito al match degli ottavi di finale di Champions League, poiché il termine di 24 ore previsto dall’articolo 56 del Regolamento Disciplinare UEFA per la presentazione di un reclamo è scaduto.

Il principale fondamento per la contestazione era legato al rigore annullato a Julián Álvarez durante i calci di rigore, sostenendo che vi fosse stata una “violazione evidente di una regola da parte dell’arbitro che ha influito decisamente sul risultato finale”, come riportato dall’articolo 57 del regolamento.

Sebbene ci fosse teoricamente la possibilità di richiedere la ripetizione, parziale o totale, della partita, l’Atlético avrebbe dovuto dimostrare che la decisione dell’arbitro fosse una violazione chiara e manifesta delle norme, cosa ritenuta complicata data la posizione di sostegno da parte della UEFA verso l’operato dell’arbitro.

Anche se un reclamo accolto comporterebbe un costo di 1.000 euro che verrebbe rimborsato in caso di esito positivo, l’impossibilità di modificare il termine di 24 ore per la contestazione, unita all’atteggiamento della UEFA, ha lasciato l’Atlético senza possibilità di opporsi alla decisone arbitrale.

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