Negli ultimi anni, l’Atlético de Madrid si è distinto per la cura delle sue leggende. A differenza di un passato in cui molti giocatori che hanno indossato la maglia ‘rojiblanca’ non ricevevano il riconoscimento che meritavano, oggi il club mostra affetto e attenzione verso coloro che hanno contribuito a renderlo grande.
È sufficiente pensare agli addii di calciatori come Fernando Torres, Diego Godín, Juanfran e Gabi, che sono stati celebrati con dovuto rispetto. Inoltre, sono frequenti gli eventi che coinvolgono le leggende del club, assicurando loro un giusto riconoscimento.
Tuttavia, ci sono ancora episodi che evidenziano la necessità di migliorare alcuni aspetti della relazione tra club e ex giocatori.
Rubén Cano, un ex attaccante dell’Atlético, ha manifestato il suo disappunto sui social media dopo aver dovuto sborsare 84 euro per una maglia del club che aveva indossato per sei stagioni. Questo acquisto è avvenuto nonostante avesse chiesto la maglia come regalo per i medici che lo avevano operato all’anca. Inoltre, Cano ha raccontato di come il club gli abbia chiesto di donare gratuitamente alcuni dei suoi cimeli storici per il museo del Metropolitano, una richiesta che ha definito ingiusta e ironica, considerando il pagamento per una maglia. Orgoglioso della sua storia con l’Atlético, ha deciso di non dare seguito alla richiesta di donazione, optando invece per smistare i suoi ricordi tra i tifosi, sostenendo che il riconoscimento ai giocatori debba basarsi sul loro contributo storico e sulla riconoscenza del club, piuttosto che su un museo.
Rubén Cano ha compartido su experiencia personal recientemente, la cual ha generado una gran atención. Al principio, no tenía la intención de hablar sobre ello, pero sintió que debía expresar tanto lo positivo como lo negativo de su vivencia. Hace tres años, fue sometido a una operación de cadera y, al recibir un excelente trato por parte de los médicos, quienes le solicitaron camisetas, decidió pedir una al club y otra a la Real Federación Española. La Federación le obsequió una, mientras que en el caso del Atlético, le informaron que había un costo de 84 dólares, cantidad que decidió abonar. Aunque la gestión fue adecuada, mencionó que esta persona lo sigue en Twitter y se percató de su deseo de sortear en el futuro algunas de sus pertenencias.
Cano expresó su objetivo de regalar gratuitamente los artículos que ha recogido de los equipos en los que jugó, ya que considera que los aficionados merecen disfrutar de esos recuerdos tanto como él. Posteriormente, recibió una llamada donde le solicitaron que donara todos esos objetos al museo del club. Sorprendido, decidió no aceptar, ya que, aunque ha hecho generosas contribuciones a la entidad, considera que no deberían cobrarle por una camiseta y que sería egoísta por parte del club solicitar la donación de sus pertenencias. Cano reafirmó su intención de sortear en algún momento esos recuerdos entre los seguidores, aunque aún no tiene definida la fecha o el método para hacerlo. Finalmente, se mostró decepcionado con la actitud del club, subrayando su orgullo en esta situación.
Non ho puntato il dito contro nessuno, ma la notizia si è già sparsa e non era mia intenzione attribuire colpe a qualcuno in particolare. Chiedo cortesemente a Miguel Ángel (Gil Marín) o (Enrique) Cerezo di astenersi da qualsiasi ritorsione, poiché nonostante il mio ruolo, non intendevo accusare nessuno. È possibile che le sue azioni siano state mosse dalla migliore delle intenzioni, quindi vi prego di non agire con ritorsioni, sapendo che è un autentico tifoso dell’Atletico. Per l’amicizia che ho costruito con Miguel Ángel Gil e Cerezo, faccio questa richiesta. Continuerò a difendere il club, qualunque sia la situazione, grazie.