Martín Zubimendi rappresenta una figura di grande spicco per la Real Sociedad, affermata e rispettata nel panorama calcistico. In vista di un’importante semifinale di Coppa, il club ha diffuso un video in cui il giocatore condivide aspetti meno noti della sua routine, delle sue abitudini e delle sue sensazioni legate al calcio, rivelando i fattori che contribuiscono al suo successo.
Il numero 4 è determinato a conquistare un trofeo e desidera ardentemente vivere una finale con il supporto del pubblico. “L’ultima esperienza della Coppa del Re a San Sebastián è stata durante la pandemia e questo è un rammarico che mi porto dentro, poiché non ho potuto festeggiare con i tifosi”, ammette.
Per affrontare una sfida così importante, per lui il riposo e l’alimentazione giocano un ruolo cruciale. Preferisce allenarsi al mattino e dare priorità al sonno. “Faccio sport di mattina, poiché il mio corpo è ormai abituato. A Zubieta, ci alleniamo in vari modi, tra cui sul campo, in palestra e attraverso trattamenti. Puoi rimanere qui fino a 6 ore. È fondamentale allenare il corpo in modo diversificato e la fase di recupero è altrettanto fondamentale. Prima delle competizioni, generalmente non ho problemi a dormire. Faccio fatica a rispettare le mie ore di riposo, ma cerco di arrivare a dieci ore. Di solito, vado a letto alle otto e mezza e il pomeriggio non salto mai la siesta, che deve durare almeno un’ora”, racconta.
In aggiunta, segue una dieta equilibrata e ben bilanciata. Sebbene possa essere variegata, sa quali sono i suoi piatti imprescindibili. “Da sempre, la mia passione culinaria è la chuleta, specialmente essendo originario di Donostia. Ultimamente, però, sto apprezzando molto il sushi. Lo stanno provando anche i compagni di squadra e devo dire che mi sta conquistando. Non può mai mancare il boniato nella mia alimentazione. Adoro la frutta e tendo a tenere sempre un banana a portata di mano. Questi sono i miei must”, conclude.
Diventare una stella nello sport comporta anche delle sfide, e il frastuono è uno di questi aspetti, ma ora riesce a gestirlo. “La cosa a cui ho trovato più difficile adattarmi è il rumore che circonda il mondo del calcio. È la grande differenza non appena si entra nel mondo dell’elite. Siamo parecchio esposti. Ogni giovane calciatore deve affrontare varie fasi, e adesso penso di aver imparato a affrontarlo nel modo migliore possibile,” afferma.