Durante l’era Simeone, uno dei trasferimenti più deludenti è stato quello di Alessio Cerci. Nonostante ci siano stati diversi colpi che non hanno funzionato nel corso dei quasi 14 anni del tecnico, la sua esperienza si distingue come particolarmente significativa.
L’italiano ha chiuso il suo breve periodo all’Atlético de Madrid con statistiche poco incoraggianti: solo 284 minuti di gioco in 11 partite, un solo incontro da titolare (contro il L’Hospitalet in Coppa del Re) e un gol realizzato in Champions League contro il Malmoe.
Oggi, a distanza di tempo dalla sua carriera da calciatore, Cerci riconosce che il suo trasferimento non avrebbe dovuto avvenire. L’ex giocatore ha recentemente rilasciato un’intervista al podcast Calcio Selvaggio, condotto da Sandro Sabatini, dove ha parlato del suo passaggio dal Torino all’Atlético durante il mercato estivo del 2014. Dopo una stagione in cui ha collezionato 35 presenze, segnato 13 gol e fornito 11 assist, Cerci ha lasciato il Torino all’ultimo momento disponibile. “In quel periodo avrei potuto restare al ‘Toro’. Ci furono diverse trattative che però non si concretizzarono. L’Atlético è un grande club, ma, conoscendo bene il calcio italiano, la mia intenzione era quella di rimanere in Italia. Me ne sono andato controvoglia,” ha spiegato il romano. Nonostante il suo trasferimento per 16 milioni di euro promettesse un ruolo da protagonista, Cerci finì per avere un impiego marginale sotto la guida di Diego Simeone, arrivando a chiedere pubblicamente più tempo di gioco. Le sue prestazioni sono state influenzate da un programma di allenamento specifico dopo un’estate senza competizioni, oltre a un’espulsione a Valencia e una squalifica successiva, che hanno ulteriormente ridotto le sue possibilità. “Il calcio conta,” ha osservato riguardo allo stile di gioco in Spagna. “Ero furioso, mi sentivo perseguitato.”
La mia ragazza si è sfogata con quella frase (riferita al Torino). Volevo restare in Italia, ma fui costretto a partire. Il 1° settembre mi trasferii all’Atletico, firmando all’ultimo istante. Questo mi infastidì”, ha dichiarato durante il podcast Calcio Selvaggio. Dopo quattro mesi e prima di passare in prestito al Milan per un anno e mezzo, Cerci lasciò l’Atletico con la sensazione di aver deluso, nonostante avesse un contratto valido fino al 2017 con il club spagnolo, il che lo portava a dover tornare una volta di più dopo un prestito poco fortunato al Genoa. Successivamente giocò con il Hellas Verona, l’Ankaragucu, la Salernitana in Serie B, per finire la sua carriera calcistica all’Arezzo.