Paulo Futre ha rivelato le ragioni che lo hanno portato a non unirsi al Real Madrid, dichiarando: “Erano in un periodo di conflitto intenso”

Paulo Futre, una figura icónica del Atlético de Madrid, compartió en un podcast reciente con el youtuber portugués Bernardo Almeida algunas anécdotas memorables de su trayectoria. Recordó un derbi inolvidable ante el Real Madrid en el Santiago Bernabéu, donde tuvo una actuación sobresaliente: “Ese derbi fue excepcional, la final se jugaba en su campo, el Bernabéu.

Además del gol, realicé el famoso túnel a ‘el caño del siglo’. Fuimos vencedores con un 2-0. Yo era el capitán y el Rey Juan Carlos me expresó que era un honor entregarle la copa a un portugués. Lo hizo en portugués, ya que estuvo muchos años en Portugal durante su infancia.

Se podía leer en sus labios: ‘Parabéns, parabéns’, mientras me entregaba el trofeo. Para mí, esa copa representó algo equivalente a cinco campeonatos. Sería difícil superar la alegría que experimenté ese día, incluso ganando un campeonato. A nivel de felicidad extrema, lo equiparo con mi triunfo en Viena con el FC Porto”.

Futre también recordó sus vivencias en medio del conflicto entre el Real y el Atlético de Madrid durante su transferencia. En ese entonces, estaba en el Olympique de Marsella y el club blanco intentó ficharlo en 1993, justo tras el escándalo de corrupción que afectó al Marsella. En esa coyuntura, mencionó: “Recibí una llamada del Real Madrid. Les expliqué que no podía reunirme con nadie porque Jesús Gil, el presidente del Atlético en ese momento, había impuesto una cláusula anti-rival cuando me fui al Benfica. Si yo quería ir al Real Madrid o al Barcelona, debían pagar mil millones de euros o más”. “Así que les dije que se pusieran en contacto con Gil”.

Y Gil si trovava in un periodo di intensa rivalità con Ramon Mendoza, il presidente del Real Madrid. Futre ha sottolineato quanto fosse tesa la relazione tra i presidenti delle due squadre, tanto che il presidente dell’Atletico lo apostrofava in maniera dispregiativa, chiamandolo “portoghese” nei momenti di conflitto. Futre ha raccontato un momento cruciale prima di firmare con il Real Madrid. Il giorno previsto per la firma, mentre era sul punto di completare il contratto, decise di prendersi una pausa. Mentre si preparava per gli esami medici a Madrid, andò in bagno e i suoi bambini lo seguirono. In quel momento, iniziò a riflettere su come avrebbero vissuto a Madrid. La sua immagine di leggenda nell’Atletico lo fece interrogare sul significato di passare al club rivale, considerando l’impatto che una tali decisione avrebbe avuto sulla sua famiglia.

“Ero concentrato su me stesso e sulla volontà di lasciare il Marsiglia, ma vedendo i miei figli, compresi la vera portata della mia scelta. Così, comunicai ai dirigenti del Real Madrid: ‘Non posso, non posso firmare’. Non ho rimpianti. Se fossi andato, oggi sarei stato solo un giocatore qualsiasi. Ora, a quasi 60 anni, l’Atletico mi considera ancora tra le sue grandi stelle, e non sono mai stato solo un numero. Sono sempre stato visto come uno dei grandi che ha fatto parte di quel club.” Con questa scelta, Futre ha non solo definito la sua storia nell’Atletico, ma ha anche dimostrato la sua lealtà e il profondo legame con i tifosi colchoneros.

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