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A spingere la gente ad andare in mountain bike ci sono diversi motivi. A volte è la passione per la pedalata, altre è quella per la montagna, spesso e volentieri entrambe le passioni sono mescolate. C’è da dire inoltre, che il rischio, l’adrenalina e la carica di energia offerti da questo sport sono difficilmente riscontrabili altrove.
La mountain bike, come termine generico, può essere suddivisa in tre grandi categorie principali, tra cui downhill, cross-country ed enduro.
Rilassarsi: Quando gli esseri umani sperimentano qualcosa di stressante o spaventoso, la reazione naturale è l’irrigidimento. Ciò significa che se un sentiero diventa veramente ripido, la tendenza è di flettere tutti i muscoli e applicare una presa mortale di kung fu al manubrio. Tuttavia, mantenere il corpo rilassato aiuta ad assorbire meglio gli urti e i cambi di direzione, rendendo il guidatore più veloce e più stabile.
Usare la vista: Bisogna dirigere lo sguardo sul percorso che si vuole prendere piuttosto che sugli ostacoli da evitare. Oltre a dare al cervello la capacità di prepararsi per i movimenti che saranno necessari per una corsa pulita, il corpo sarà in una posizione preparatoria, piuttosto che in una modalità reazionaria.
Manutenzione: Non è mai bello sentire uno strano rumore prevenire dalla bici mentre si sta scendendo a tutta velocità in mezzo a un bosco. Una manutenzione costante e accurata si rivela quindi obbligatoria.
Frenare: I mountain biker principianti sembrano avere due modalità di frenata: disattivata e bloccata. Tendono inoltre a iniziare a frenare presto, quando vedono un ostacolo in avvicinamento. La frenata ritardata è in realtà la migliore per le prestazioni in quanto una maggiore velocità aiuta a superare gli ostacoli sentendo meno il loro impatto. Dunque è bene abituarsi a praticare vari livelli di pressione per frenare in modo da sapere quale tocco è necessario in determinate situazioni.
Accompagnarsi ai migliori
Guidare con persone più brave di serve innanzitutto a raccogliere consigli, trucchi ed esperienza, poi a provare corse più difficili che altrimenti non si proverebbero mai da soli.
Non sono impossibili e non c’è alcun bisogno di monitoraggio.
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