Paolo Bettini riconosce la crisi del ciclismo italiano

"In Italia la tradizione è tutto, all'estero invece esistono progetti di crescita" le parole dell'ex campione.

Paolo Bettini in un’intervista ad OA Sport si è espresso sul difficile momento del ciclismo in Italia: “E’ cambiato l’approccio al ciclismo, si è globalizzato. Molte realtà non hanno la tradizione ciclistica dell’Italia. I nostri dilettanti fanno ancora un ciclismo vecchio, l’approccio alla prestazione è vecchia.

Da noi i ciclisti iniziano a gareggiare molto presto, poi quando arrivano alla categoria juniores hanno già addosso talmente tanta pressione e hanno percorso talmente tanti chilometri in allenamento che, invece di esplodere, o quelli che riescono a passare professionisti si appiattiscono oppure smettono”.

“All’estero invece esistono dei progetti di crescita, ce lo insegnano il mondo anglosassone o l’America, ma sporadicamente anche altre realtà che portano al professionismo dei ragazzi che non è detto che abbiano sempre fatto ciclismo”.

“Roglic è un esempio (faceva salto con gli sci, ndr). Vincono sempre più corridori che arrivano dalla multi-disciplina, magari da altri indirizzi del ciclismo o addirittura da altri sport. Ci sono dei progetti”.

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