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Romain Bardet, uno dei corridori più rispettati del ciclismo professionistico, ha recentemente sollevato un campanello d’allarme riguardo all’uso di farmaci non necessari tra i ciclisti. In un’intervista a Eurosport, ha espresso la sua preoccupazione per la crescente diffusione di pratiche che, sebbene non sempre considerate doping, rappresentano una zona grigia delle regole antidoping.
Bardet ha sottolineato come la situazione sia peggiorata rispetto ai suoi esordi nel 2012, evidenziando una cultura del ciclismo che sembra tollerare sempre di più l’uso di medicinali per migliorare le prestazioni.
Il corridore francese ha fatto appello all’Unione Ciclistica Internazionale (UCI) affinché intervenga rapidamente per rivedere le normative antidoping. Secondo Bardet, è fondamentale stabilire regole più chiare e intensificare la lotta contro il doping. “Non esistono regole chiare, c’è una libera interpretazione”, ha dichiarato, evidenziando come la ricerca di vantaggi competitivi possa portare a deviazioni pericolose. La sua richiesta si inserisce in un contesto in cui la pressione per ottenere risultati è sempre più alta, spingendo i ciclisti a cercare soluzioni anche al di fuori delle normative.
Bardet ha anche riflettuto su come il ciclismo sia cambiato nel corso degli anni. “Penso che il ciclismo sia culturalmente in una posizione peggiore rispetto a quando sono diventato professionista”, ha affermato, sottolineando come l’atteggiamento verso l’uso di farmaci sia cambiato. La corsa al miglioramento delle prestazioni, alimentata da una competizione sempre più agguerrita, ha portato a una normalizzazione di pratiche che un tempo erano viste con sospetto. Bardet ha messo in guardia sul fatto che, in un ambiente dove conta solo la vittoria, non bisogna sorprendersi se emergono nuove forme di doping.
Con la sua carriera che volge al termine, Bardet ha deciso di parlare apertamente di un tema delicato, sperando di contribuire a un cambiamento positivo nel ciclismo. Chiuderà la sua carriera nel giugno 2025, dopo aver partecipato a eventi prestigiosi come il Giro d’Italia e il Criterium del Delfinato. La sua esperienza e le sue vittorie, tra cui il podio al Tour de France, lo rendono una voce autorevole nel dibattito sul doping. La speranza è che il suo appello possa stimolare una riflessione profonda e portare a un miglioramento delle condizioni nel mondo del ciclismo.
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