Addio a Gianni Savio, il principe del ciclismo italiano

La scomparsa di un grande manager che ha segnato la storia del ciclismo

Una carriera dedicata al ciclismo

Gianni Savio, noto come ‘il Principe’, ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo del ciclismo. Nato a Torino, ha dedicato oltre quarant’anni della sua vita a questo sport, ricoprendo il ruolo di manager con una passione e una competenza senza pari.

La sua carriera è iniziata nel 1985, quando ha seguito un corso da team manager organizzato dalla Federazione Ciclistica Italiana. Da quel momento, ha guidato numerosi ciclisti verso il successo, contribuendo a scrivere la storia del ciclismo italiano e internazionale.

Scopritore di talenti

Uno dei meriti più grandi di Savio è stato quello di scoprire e valorizzare talenti straordinari. Tra i suoi pupilli, spicca il nome di Egan Bernal, vincitore del Tour de France nel 2019 e del Giro d’Italia nel 2021. Savio ha avuto un occhio attento per i giovani ciclisti, riuscendo a far emergere atleti che hanno poi raggiunto traguardi importanti. La sua capacità di riconoscere il potenziale è stata fondamentale per il successo di molti corridori, che devono a lui gran parte della loro carriera.

Un’eredità duratura

La scomparsa di Gianni Savio, avvenuta dopo una lunga malattia, lascia un vuoto incolmabile nel panorama ciclistico. Molti ex corridori, come Andrea Tafi, hanno espresso il loro cordoglio, ricordando Savio come una grande persona e un leader carismatico. La sua eredità vive nei successi dei ciclisti che ha guidato e nelle storie che ha contribuito a scrivere. Savio ha diretto anche le nazionali di Colombia e Venezuela, lasciando un segno profondo in ogni competizione a cui ha partecipato. La sua passione per il ciclismo e la sua umanità rimarranno sempre nei cuori di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo.

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