Argomenti trattati
Il ritorno di un’icona del ciclismo
Gianni Bugno, icona del ciclismo italiano, è tornato a Benidorm, a 33 anni dal suo trionfo ai Campionati Mondiali del 1992. In un’intervista rilasciata a Bike Today, Bugno ha condiviso le sue emozioni e i ricordi legati a quel periodo, sottolineando come il ciclismo di oggi sia profondamente cambiato.
“Fa piacere essere qua, si pedala in armonia, con gente diversa e clima ottimo”, ha dichiarato, evocando i momenti indimenticabili della sua carriera.
Un ciclismo in evoluzione
Secondo Bugno, il ciclismo attuale presenta differenze significative rispetto al passato. “Era un ciclismo in cui c’era un’incertezza che oggi non c’è”, ha affermato, evidenziando come oggi i corridori dominino le gare dall’inizio alla fine.
Ha anche messo in luce l’importanza dell’alimentazione, che ha rivoluzionato il modo di allenarsi e prepararsi. “Oggi è fondamentale, si usano le bilancine, ci sono i nutrizionisti”, ha spiegato, rimarcando come il divertimento e la passione per il ciclismo siano stati sostituiti da un approccio più scientifico e meno spontaneo.
Le sfide del ciclismo giovanile
Bugno ha espresso preoccupazione per la carenza di giovani nel ciclismo, sottolineando la necessità di supportare le società di base. “Bisogna fare in modo che le squadre abbiano la gestione dei giovanissimi in sicurezza”, ha affermato, suggerendo che il passaggio alle squadre World Tour impoverisca il bacino di atleti. Ha proposto di eliminare l’Under 23 e rendere l’Under 21 obbligatoria per garantire una crescita più sostenibile dei giovani talenti.
Collaborazione internazionale e opportunità
Un’altra proposta di Bugno riguarda la collaborazione con la Spagna per migliorare la situazione del ciclismo. “Noi abbiamo il Giro, loro la Vuelta”, ha detto, suggerendo che una sinergia tra le due nazioni potrebbe portare benefici reciproci. Ha evidenziato come la gestione degli sponsor e delle squadre possa influenzare positivamente la visibilità e le opportunità per i ciclisti italiani.
Il futuro del ciclismo e il ruolo degli sponsor
Infine, Bugno ha espresso scetticismo riguardo all’idea di un salary cap nel ciclismo, ritenendolo complicato. “Se fai un tetto lasci libera la sponsorizzazione ed ognuno raggiunge la propria cifra”, ha spiegato, evidenziando la complessità del sistema attuale. Oggi, Bugno si gode la pensione, ma continua a seguire con interesse le evoluzioni del ciclismo, sperando in un futuro migliore per i giovani atleti.