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Qual è attualmente il posto dello step all’interno dell’universo del fitness? Perché sembra essere un tipo di esercizio che, invece di evolvere, ha piuttosto subito un’involuzione nel corso degli anni?
Storia dello step, quando è nato e perché?
Anni ’80. Gin Miller era una ragazza che, in seguito a un infortunio a un ginocchio, aveva bisogno di rafforzare i suoi estensori. Per farlo, mise una scatola di legno in casa sua e iniziò a salire e scendere. Come prevedibile, l’esecuzione era piuttosto noiosa, così Gin decise di accompagnare della musica a questo movimento.
Iniziò poi a variare gli esercizi salendo su un fianco, sollevando le ginocchia, piccoli salti, allungando, equilibrando, tonificando. Divenne così, lungi dall’essere monotono, un ottimo sistema per migliorare la sua forma con movimenti naturali e sicuri della meccanica.
Negli anni ’90 divenne poi il sistema migliore di allenamento fitness, anche grazie al gradino progettato da Reebok, che dettò anche i seguenti criteri per lavorare in sicurezza: 128 BPM (abbastanza lento), non salire sulla schiena, non girare sul piede in appoggio, solo tre livelli di altezza (15, 20 e 25 cm).
Storia dello step: una continua involuzione
Abbastanza prevedibilmente, la fine degli anni ’90 è coincisa con il suo inevitabile declino. Capita infatti spesso che quando un metodo viene reso popolare e lo si vuole sfruttare al meglio, si finisce per distorcerlo.
In primo luogo, Reebok mise a punto dei nuovi movimenti totalmente fuorvianti, che esulavano totalmente dal mondo dello step. In aggiunta, era avvenuta una distorsione dei principi creati da Gin Miller. Era infatti in atto la “Coreografia a passi a 160 BPM”, con inserti e tramezzi, che trasformava lo step in una coreografia di movimenti veloci e complessi da tenere ed eseguire. Il principio era scommettere sulla complessità ed eliminare l’intensità.
Al giorno d’oggi sono stati poi introdotti movimenti come mambos, chasses e battute d’arresto, impossibili da combinare con la piattaforma per salire e scendere. Le persone magari si divertono di più, ma l’essenza dello step e i suoi benefici sono andati totalmente persi benefici.
Perché tornare allo step degli anni ’80 e ’90
Innanzitutto, non c’è niente di meglio per il ginocchio e per l’anca che sollevarsi di tot con un movimento controllato dalla caviglia-ginocchio-anca-colonna vertebrale. Saltare su due gambe superando i 20 cm dovrebbe essere un movimento obbligatorio per tutti, e tuttavia sono sempre meno le persone che sono in grado di compiere.
Inoltre, molti dei problemi e degli infortuni sono generati dalla mancanza di prestanza articolare del ginocchio e dell’anca. Al giorno d’oggi raramente si esegue una flessione ginocchio 90º. Lo step aveva un set di movimenti a questo proposito, mentre la sessione ballata odierna ha optato per movimenti che il ginocchio non può compiere meccanicamente.
Bisogna ricordarsi che è ancora possibile generare sessioni divertenti di step tradizionale, usando sia la musica ma un approccio funzionale per sviluppare potenza, forza funzionale, stabilità, core, stretching dinamico e intervalli anaerobici.