Lewis Hamilton in un’intervista a Sky si è espresso in questi termini sulla Formula 1: “Quello che facciamo è una forma d’arte. Non so se le persone la vedono in questo modo, ma in realtà è così. Se guardi un pittore che cerca di trovare i suoi colpi per dipingere, è lo stesso che facciamo noi piloti.
Cerchiamo costantemente di perfezionare la macchina, ridisegnando il volante, i pedali, il sedile, l’aerodinamica. C’è sicuramente un grande lato creativo in tutto ciò che facciamo”.
Nel futuro, Hamilton non esclude di dedicarsi proprio all’arte: “La gente non lo penserebbe mai, ma io lotto contro l’ansia.
Faccio musica da molto, molto tempo. Non ho mai avuto l’obiettivo di pubblicare le mie canzoni o essere una pop-star. Mi piaceva creare, da quando avevo 12 o 13 anni e rimanevo in casa a suonare da solo nella mia stanza, provando a scrivere testi. A quei tempi, però, la maggior parte delle volte pensavo che fossero pezzi stupidi, che non andassero bene e non sarebbero stati da riprendere di nuovo, ma non mi sono mai arreso. Suono ancora oggi ed è abbastanza terapeutico. Poi quando sono in viaggio e faccio sentire qualcosa ai miei amici, mi dicono sempre che dovrei mostrare il mio lato musicale. Forse in futuro farò così, lo mostrerò di più”.
Sulla sua vita lontano dalla pista: “Credo di essere molto più impegnato di qualsiasi altro pilota. Ho sperimentato tante cose diverse delle quali mi sono appassionato. Ce ne sono così tante altre che vorrei fare ancora, e che farei se non fosse per il tempo tolto dalle gare”.