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Un’introduzione al rally più iconico
Il Rallye Monte-Carlo del 1983 rappresenta un capitolo fondamentale nella storia del rallysmo mondiale. Questa competizione, che si svolgeva tra le strade tortuose delle Alpi, ha visto la partecipazione di alcuni dei nomi più illustri del settore.
Con trentuno prove speciali da affrontare, i piloti si sono sfidati in condizioni che, sebbene atipiche per il periodo, hanno messo in risalto le loro abilità e la preparazione dei veicoli. La Lancia, con i suoi equipaggi, e l’Audi, con la sua potente Quattro, hanno dato vita a una battaglia memorabile.
Protagonisti e squadre in gara
La Lancia ha schierato tre equipaggi ufficiali: Alen-Kivimaki, Roehrl-Geistdorfer e il neo-acquisto Andruet-Biche. A questi si è aggiunta una quarta vettura, affidata all’equipaggio Serpaggi-Neri. Dall’altra parte, l’Audi ha puntato su Hannu Mikkola e Michelle Mouton, quest’ultima già considerata una certezza nel panorama del rally. La competizione si è rivelata intensa e ricca di colpi di scena, con ogni team che cercava di sfruttare al meglio le proprie risorse e strategie.
Un imprevisto che cambia le sorti della gara
Durante la SS11 Le Moulinon, una prova speciale di 38 km, si è verificato un imprevisto che ha coinvolto l’Audi di Michelle Mouton. Un contatto con il muro ha costretto il team a un intervento rapido per riprendere la gara. La determinazione di Mouton, che ha cercato di raccogliere informazioni sul danno subito, ha dimostrato la sua professionalità e il suo spirito combattivo. Nonostante le difficoltà, la Lancia ha saputo approfittare della situazione, con Rohrl e Alen che hanno conquistato rispettivamente il primo e il secondo posto, grazie anche a un’ottima strategia di ricognizione.
Strategie vincenti e innovazioni tecniche
La gara del 1983 è stata caratterizzata da un’assenza di neve, una rarità per il Rallye Monte-Carlo. Questo ha permesso alla Lancia di mettere in atto una strategia vincente, compensando il suo svantaggio tecnico rispetto alle Audi Quattro, dotate di trazione integrale. L’uso dei chiodi per migliorare l’aderenza su strade ghiacciate è stato determinante, così come la rapidità dei meccanici nel sostituirli durante le soste. Questi elementi hanno contribuito a un successo che ha segnato un’epoca nel mondo del rally.