Il documentario su Fabio Fognini: l’infortunio e l’importanza della famiglia

Con un annuncio sui propri canali social, il tennista Fabio Fognini ha fatto sapere ai propri tifosi che da domenica 31 Gennaio è disponibile il documentario dedicato a lui Fabio-Prendere o lasciare”. Un film che va a unirsi al libro Warning – la mia vita tra le righe incentrato sulla carriera del campione di Sanremo.

Un 2021 che parte all’insegna dei documentari sportivi, in attesa dell’uscita di quello su Michael Schumacher.

Il documentario su Fabio Fognini

Il documentario, visibile sulla piattaforma streaming Timvision, è diretto da Giuseppe Marzo. Il film si concentra sul percorso di riabilitazione affrontato da Fognini, a seguito dell’infortunio alla caviglia avvenuto nel 2020. Sicuramente un momento delicato quello di una carriera che ha visto l’apice del successo nella vittoria nel doppio all’Australian Open nel 2015 e il nono posto nella classifica ATP nel 2019.

Ruolo centrale nel documentario c’è l’ha sicuramente la famiglia. Dai genitori, soprattutto la madre che viene definita come una figura sempre presente nei momenti difficili, alla moglie Flavia Pennetta, ex grande giocatrice di tennis e mamma dei due figli di Fognini.

Oltre a loro tante altre figure del mondo dello sport, nonché grandi amici di Fognini, hanno voluto lasciare il loro segno all’interno del documentario. Fra questi c’è il campione serbo Nole Djokovic, che con una videochiamata dopo l’operazione ha voluto consolare e offrire consigli al collega tennista. Senza dimenticare Janetti e Vieri, alla luce della grande passione per l’Inter da parte di Fabio.

Fognini: l’uomo dietro la racchetta

Oltre ad essere uno dei tennisti italiani più forti di sempre, Fognini è conosciuto anche per i suoi scatti d’ira all’interno della varie gare. Frequenti sono state durante la sua carriera le racchette rotte o le scenate per protestare contro gli arbitri. Un modo di fare completamente diverso da quello che tiene fuori dal campo, dove, a detta di Vieri, Fabio è un uomo tranquillo e attaccato alla famiglia. Lo stesso tennista è conscio che questi scatti d’ira sono da sempre il suo punto debole:

Questo comportamento fuori dalle righe è il mio tallone d’Achille, ne ho pagato le conseguenze e ho ammesso le mie colpe. Sono sempre stato un ragazzo vivace che mostrava le sue debolezze in questo modo, ognuno di noi le esterna in maniera diversa. Non me ne vanto e non me ne vergogno, è qualcosa dentro di me che si accende come un fuoco.

Nel documentario sono tante le scene collegate all’infortunio e a come Fabio ha dovuto lavorare per recuperare, tra sedute in palestra e in piscina. C’è spazio però anche per rivivere sue grandi partite, come la vittoria su Nadal a Montecarlo o quella su Murray agli Internazionali d’Italia. Infine il finale con il ritorno ad Amburgo, con Fognini che ribadisce di avere ancora dentro di sé la fiamma per continuare a giocare ad alti livelli. Insomma un film che rivela l’umanità del giocatore, tra un dolore alla caviglia che lo perseguitava da anni e un’amore incondizionato verso la sua famiglia e i suoi amici.

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