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La crisi interiore di un campione
Andrey Rublev, tennista russo di fama mondiale, ha recentemente condiviso la sua esperienza personale riguardo alla salute mentale, rivelando momenti di profonda crisi che lo hanno portato a considerare l’abbandono del tennis. Dopo aver conquistato il suo primo titolo del 2025 al torneo di Doha, Rublev ha aperto il suo cuore in un’intervista, descrivendo un periodo in cui si sentiva “intrappolato in un loop” e completamente perso.
Le sue parole risuonano come un grido di aiuto, evidenziando le difficoltà che molti atleti affrontano al di fuori del campo.
Il peso della pressione e il supporto di un amico
Rublev ha parlato di come la pressione e le aspettative nel mondo del tennis possano diventare schiaccianti.
“Quando ti succede per uno, due, tre anni… arriva un momento in cui non riesci più a sopportarlo”, ha dichiarato, descrivendo il dolore che cresceva dentro di lui. In questo contesto, la figura di Marat Safin, ex numero uno del mondo, è emersa come un faro di speranza. Safin ha aiutato Rublev a guardare dentro se stesso e a comprendere meglio le sue emozioni, fungendo da guida in un momento di grande vulnerabilità.
Un percorso di guarigione graduale
Il percorso di Rublev verso la guarigione non è stato facile. Dopo aver iniziato a prendere antidepressivi, ha trovato inizialmente un certo sollievo, ma ha poi deciso di interrompere il trattamento, sentendo che non era la soluzione giusta per lui. “Sono semplicemente in ‘modalità neutra’: né bene né male, ma almeno ho trovato delle fondamenta”, ha affermato. Questo stato di equilibrio, sebbene non perfetto, rappresenta un passo importante nella sua lotta contro i demoni interiori. La vittoria a Doha, contro avversari di alto livello, ha ulteriormente rafforzato la sua posizione nella top 10, dimostrando che, nonostante le difficoltà personali, è possibile eccellere nel proprio campo.
La salute mentale nel tennis professionistico
La confessione di Rublev si inserisce in un contesto più ampio di crescente consapevolezza sulla salute mentale nel tennis. Sempre più atleti stanno rompendo il silenzio riguardo alle loro battaglie interiori, contribuendo a destigmatizzare un tema spesso trascurato. La sua storia è un promemoria che anche i campioni possono affrontare fragilità e sofferenze, ma che è possibile trovare la forza per continuare a lottare. Con il prossimo torneo di Dubai all’orizzonte, Rublev guarda al futuro con la speranza di avvicinarsi sempre di più alla felicità, un obiettivo che, sebbene ancora lontano, non sembra più irraggiungibile.