Emma Raducanu esprime preoccupazioni sul tennis moderno

La tennista britannica commenta le recenti polemiche nel mondo del tennis e le sue esperienze personali.

La sorpresa di Emma Raducanu

Emma Raducanu, giovane stella del tennis britannico e vincitrice degli US Open 2021, ha recentemente rivelato la sua sorpresa riguardo a un comunicato della Professional Tennis Players Association (PTPA). Durante un incontro con i media, ha dichiarato: “In realtà non ho idea di cosa stia succedendo, perché non sono stata né su Instagram né sul mio telefono ultimamente”.

Questa affermazione mette in luce una problematica comune tra i tennisti: la mancanza di comunicazione e trasparenza all’interno delle associazioni che li rappresentano.

Le problematiche del tennis attuale

Raducanu ha colto l’occasione per esprimere le sue opinioni su alcuni aspetti del tennis moderno che la preoccupano.

Ha sottolineato che molte partite iniziano troppo tardi, creando disagi non solo per i giocatori ma anche per il pubblico. “Alcune partite potrebbero iniziare un po’ prima invece di cominciare così tardi, e questo succede molte volte”, ha affermato. Inoltre, ha espresso il suo disappunto riguardo al continuo cambio di palline durante le partite, un aspetto che ha un impatto diretto sulla sua performance, specialmente considerando i problemi al polso che ha affrontato in passato.

Le voci dei tennisti e l’azione legale della PTPA

Le dichiarazioni di Raducanu si inseriscono in un contesto più ampio di preoccupazioni espresse da altri tennisti riguardo all’iniziativa della PTPA, guidata da Novak Djokovic. Molti atleti hanno manifestato sorpresa per l’azione legale intrapresa contro le principali organizzazioni tennistiche, senza essere stati adeguatamente informati. Questo solleva interrogativi sulla rappresentanza e sulla comunicazione all’interno del circuito professionistico. Le problematiche sollevate da Raducanu, come gli orari delle partite e le caratteristiche delle palline, sono condivise da molti giocatori, in particolare da coloro che hanno subito infortuni, evidenziando la necessità di un dialogo più aperto e costruttivo tra atleti e organizzazioni.

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