Un premio che porta sfortuna?
Il premio “Allenatore dell’Anno” della WTA, un riconoscimento ambito nel mondo del tennis femminile, sembra essere accompagnato da un curioso e inquietante fenomeno: la separazione tra allenatori e giocatrici. Negli ultimi anni, è emerso un pattern che solleva interrogativi sulla natura di questo premio.
Ogni allenatore che ha ricevuto il riconoscimento ha, infatti, visto la propria collaborazione con le atlete terminare in tempi brevi. Questo articolo esplorerà i casi più recenti e cercherà di capire se esiste davvero una maledizione legata a questo prestigioso premio.
I casi più emblematici
Prendiamo ad esempio Renzo Furlan, che ha ricevuto il premio per il suo lavoro con Jasmine Paolini. Poco dopo il riconoscimento, la loro collaborazione è giunta al termine. Un caso simile è quello di Tomasz Wiktorowski, premiato nel 2023 per il suo lavoro con Iga Swiatek, la numero uno al mondo, ma anche in questo caso la separazione è avvenuta rapidamente. La lista continua con David Witt, Conchita Martínez e molti altri, tutti accomunati dalla stessa sorte. Questo schema si ripete con una regolarità inquietante, portando a chiedersi se ci sia un legame tra il premio e la fine delle collaborazioni.
Un fenomeno sistematico?
La questione si fa ancora più interessante se consideriamo il fatto che il premio, invece di essere un motivo di celebrazione, sembra trasformarsi in un presagio di separazione. Ogni anno, dopo le celebrazioni, arriva la notizia della rottura. È possibile che la pressione derivante dal riconoscimento influisca sulle dinamiche tra allenatori e giocatrici? Oppure è solo una coincidenza? La risposta rimane incerta, ma ciò che è chiaro è che il premio “Allenatore dell’Anno” sta assumendo una connotazione negativa nel contesto del tennis femminile. Resta da vedere chi sarà il prossimo a ricevere questo premio e se la loro collaborazione avrà un destino diverso rispetto ai predecessori.