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Il punto di vista di un tennista diretto
Alejandro Davidovich Fokina, noto per il suo stile di gioco aggressivo e potente, non si tira indietro nemmeno quando si tratta di esprimere le sue opinioni su temi controversi nel mondo del tennis.
Intervistato dalla stampa nazionale prima dell’inizio del Masters 1000 di Madrid, il semifinalista di Monte Carlo ha affrontato due questioni di grande attualità: i controlli anti doping e la durata dei tornei Masters 1000, che stanno suscitando reazioni contrastanti tra i giocatori.
I controlli anti doping: una questione di stress
Davidovich ha descritto la situazione dei controlli anti doping come “molto stressante” per i tennisti. “Dobbiamo stare assolutamente attenti a cosa tocchiamo, soprattutto a chi tocchiamo”, ha affermato. La preoccupazione principale è che anche un semplice prodotto per la pelle possa risultare positivo ai controlli, rendendo difficile per i giocatori dimostrare la loro innocenza. “Chiunque vorrà doparsi risulterà positivo, e quelli di noi che non si dopano non sono da biasimare se alcune vitamine migliorano le nostre prestazioni”, ha aggiunto, sottolineando la severità delle normative attuali.
Masters 1000: la necessità di un cambiamento
Passando ai Masters 1000, Davidovich ha espresso il suo disaccordo con l’allungamento della durata di questi tornei. “Dovrebbero essere di una sola settimana, perché per noi è molto impegnativo stare lontani da casa per due settimane”, ha dichiarato. La fatica accumulata durante tornei così lunghi può influenzare le prestazioni dei giocatori, rendendo difficile passare da un evento all’altro. Ha anche sottolineato che, sebbene il montepremi stia aumentando, ci sono ancora molte aree da migliorare, non solo in termini economici, ma anche riguardo al benessere dei giocatori.
Il calendario serrato e le sue conseguenze
Davidovich ha poi parlato del calendario serrato del tennis professionistico, evidenziando come questo possa influenzare la qualità del gioco. “Il programma è sempre stato così, praticamente non abbiamo vacanze”, ha detto, lamentando la mancanza di tempo per recuperare tra un torneo e l’altro. La pressione di dover partecipare a eventi consecutivi, come la Coppa Davis subito dopo Parigi-Bercy, può portare a un affaticamento eccessivo. “È tutto molto serrato, ma quali tornei si possono tagliare? Non so quali tornei taglierei”, ha concluso, lasciando aperta la questione su come migliorare la situazione attuale.